Altro che Sanremo, il Festival della salute mentale tenutosi ad Arezzo ha eseguito melodie per il cervello e per l’anima.
La lezione di Vittorino Andreoli, noto psichiatra e scrittore pubblicista, tenutasi alla Borsa merci, ha aperto il cuore.
Con parole semplici lo psichiatra ci trasporta da una realtà dell’io al noi come soluzione ad un tempo bastardo, un cambiamento capace di dare un senso all’esistenza.
E spiega che alla funzione deterministica del cervello, quella che determina l’ego ed è il rifugio dei narcisisti paranoici si deve contrapporre l’altra parte dei lobi frontali del cervello plastico a cui sono legate tutte le funzioni della mente, dalla comprensione, all’astrazione, alla immaginazione ed alla creatività.
Ognuno, aggiunge, ha gli strumenti, attivando i lobi frontali, di partecipare alla salute mentale.
Perché il cervello plastico si sviluppa con l’attività intellettiva delle esperienze e dell’ambiente che ci circonda.
Si sviluppa in ogni momento e non toglie, come qualsiasi altra malattia che colpisce gli organi fisici, dove si deve intervenire con cure e bisturi.
Questa possibilità di costruire continuamente la nostra salute mentale richiede capacità di relazioni umane, la percezione della nostra fragilità e del bisogno dell’altro: appunto il noi contrapposto all’io.
Non può non venire in mente una società in agonia, senza princìpi, gestita da una politica asfittica che cerca continuamente il nemico, il diverso, con un determinismo incapace di capire l’uomo del presente.
All’egoismo dell’io Andreoli contrappone la curiosità dell’altro, la cooperazione, per rendere possibile non solo la vita, ma una vita serena e in pace.
Perché la salute mentale promuove l’essere bene, il benessere, senza che la vita si esaurisca nell’esclusivo dominio degli istinti e delle pulsioni.
Un messaggio rivoluzionario quello dello psichiatra Andreoli che molti politici che cercano solo il nemico, quelli a cui i lobi frontali plastici non funzionano, dovrebbero imparare.