L’ombra non gli è mai piaciuta e, in questi anni, ha scalpitato per essere sempre sotto i riflettori.
Si ricorderà che, non aveva ancora messo piede in città che rilasciò una discutibile intervista ad un noto quotidiano nazionale di sinistra.
Poi, è tristemente storia tutto quello che è stato a partire dalla demolizione interna del duomo, con discutibili interventi architettonici per arrivare al Sinodo farsa, fortissimamente voluto e che, prima della conclusione, erano già state scritte le conclusioni.
Insomma, un “mal di pancia” che, per molti anni ancora, i fedeli della diocesi aretina dovranno conviverci!
Come è oramai noto egli si è ristrutturato, con i fondi dell’8 per mille, un bel e spazioso appartamento nell’ex convento delle Camaldolesi in piazza San Domenico, non sappiamo se lussuoso ma, conoscendo i gusti del locatario, non stentiamo a credere che si tratti di una reggia con arredi di pregio.
Facendo appello alla memoria non può non passare inosservato quanto denunciò, a suo tempo, una testata cortonese la quale fece notare che, dal locale palazzo diocesano, è stato prelevato tutto il mobilio di pregio che poi non vi ha fatto mai più ritorno.
Ebbene, non stentiamo a credere che quei “legni pregiati” oggi hanno trovato nuova sistemazione in quell’intero ultimo piano che è di appannaggio del pensionato aretino più popolare, un attico ante litteram, che vuol scimmiottare quello del più famoso porporato romano di cui tanto si è parlato.
Un intero piano per un solo cristiano ed il suo personale di servizio; e poi si parla di frugalità della chiesa!
Mentre, nei sottostanti piani sembrerebbe che siano stati ricavati otto piccoli appartamenti che, una volta terminati, saranno occupati dai preti anziani. Cioè, si torna a parlare di casa del clero.
Ma una casa del clero c’era ed era molto apprezzata dai preti, ma lui, il pensionato, pensò bene anni fa di chiudere e tentare di svendere il palazzo di via XX Settembre.
Fortunatamente l’affare non è andato in porto.
Orbene, fin qui, un condensato di azioni da ricordare, perché ricordare è doveroso anche se poi perdonare è esercizio cristiano da esercitare e praticare.
Ma questa è storia individuale che riguarda le coscienze di ognuno.
Per concludere, invece, vorremmo dare una risposta alla domanda che in tanti ci stanno rivolgendo a proposito della mega magione: “Riccardo Fontana per occupare l’ultimo piano dell’ex convento delle suore Camaldolesi di piazza San Domenico ha un regolare contratto d’affitto o continua a pesare sulle finanze della Diocesi locale?”.
Noi, al momento, non siamo in grado di rispondere, ma ci attrezzeremo.
Buon Natale a tutti voi!