Non ci giriamo intorno, ultimamente le chiese aretine sono oggetto di molte attenzioni. Prima con il furto delle offerte, poi come “refugium peccatorum” a tutto tondo, e capiremo il perché.
Piove forte, e una persona, cui ombrelli e mantelle evidentemente sono indumenti troppo banali da indossare, si ripara la testa con uno scatolone; scelta pessima ma comprensibile.
Aumenta l’intensità delle precipitazioni e, infradiciato il cartone, si dirige a passo svelto nella chiesa di Sant’Agostino.
Che cos’è il genio?
È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione, e il nostro eroe per contrastare la pioggia cosa fa ?
Strappa una tenda dalla chiesa e se la avvolge in testa a mò di fantasma, uscendo disinvolto.
Un novello Padre Maronno (personaggio di Maccio Capatonda), a cui la santità anziché venire appioppata, se l’è autoproclamata.
Aspettiamo le prossime aretinate, certi di non restare delusi.