Non aveva ancora finito di assorbire la scoppola di Zingaretti eletto segretario nazionale direttamente dal popolo del pd con il 65 per cento che gli toglieva ogni speranza di ritornare a galla con un accordo in assemblea tra i suoi pupilli Giachetti e Martina, che Matteo Renzi in giro per l’Italia per presentare il suo ultimo libro “L’altra strada”si era già riconquistato la ribalta sui maggiori quotidiani italiani.
Due intere pagine sul Corriere della Sera per una mega intervista di Aldo Cazzullo.
Tra autocelebrazioni del renzismo che fu, tra il vittimismo per l’accanimento contro Renzi senior, ci scappa anche la tortura di “mesi e mesi di giornalate su BancaEtruria”.
Quello che per mesi e mesi è stato oggetto di giornalate su BancaEtruria non sarà forse piaciuto a Renzi, ma di certo ne avrebbero fatto volentieri a meno le migliaia di obbligazionisti di BancaEtruria ai quali il decreto di risoluzione della Banca firmato da Renzi e Padoan una domenica pomeriggio del novembre 2015 aveva azzerato tutti i risparmi. Senza contare i 65mila azionisti che che dopo aver investito sulla loro banca anche con aumenti di capitale, sulle “giornalate” scoprivano che BancaEtruria veniva ceduta a Ubi Banca per un euro.
Renzi nella sua mega intervista si guarda bene dal citare le “giornalate” che riguardano Monte dei Paschi che veniva salvato con i miliardi pubblici. Quando per salvare quattro banche, tra cui BancaEruria, di fondi pubblici ne sarebbero bastati un quinto.
Ora l’ex premier giura fedeltà a Zingaretti mentre continua il suo giro d’Italia per “Un’altra strada”.
E’ passato anche da Loro Ciuffenna e da Cortona.
Ha tirato dritto al casello di Battifolle da dove era uscito per venire ad Arezzo tre anni fa per la campagna elettorale sul referendum costituzionale.
Per fargli strada dentro la Casa dell’Energia tra due ali di obbligazionisti poco accoglienti c’erano voluti i reparti antisommossa arrivati da Firenze.
Da allora in provincia di Arezzo ha preferito prendere un’altra strada.