Nel 496 d.C. papa Gelasio I decise di sostituire la festa dei Lupercalia – “leggermente” pagana in quanto dedicata al Fauno Luperco – con la festa “dell’amore”: la precedente era più che altro la festa della Fertilità: le matrone scendevano in strada e si esponevano spontaneamente alle frustate di giovani e nudi virgulti.
Dice che rendeva fertili… il Fertility Day dell’antica Roma!
Le donne incinte erano convinte che le nerbate avrebbero fatto bene alla nascita del pargolo, quindi esponevano giulive la loro schiena ai colpi dei “Luperci“.
Gelasio spostò la festa “dell’amore” dal 15 febbraio (Lupercalia) al 14 (ricorrenza del Santo).
Festa politically correct e senza frustate: Love made in Ecclesiae!
Ecco quindi San Valentino martire, decapitato dall’Aquila nel 273 d.C. in quanto cristiano.
Chi volesse andare a trovarlo, può trovare la sua testa a Roma, nella chiesa di Santa Maria in Cosmedin.
E ora dateci dentro, chissà che Luperco non torni a farsi vivo! (ancora con la testa al suo posto… lui)
Ricreato il volto di san Valentino da un team di scienziati brasiliani
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