Un tempo, non molto lontano, quando a palazzo Cavallo sedeva nello scanno più alto il Fanfanulla fece accapponare la pelle la sanzione che questi combinò ad un povero ambulante reo di avere parcheggiato, per il mercato settimanale, in piazza San Agostino il furgone non proprio nuovo, che perdeva dal motore dell’olio.
Quest’olio versandosi macchiò una piccola lastra della superfice della piazza a schiena d’asino, che il nostro da poco aveva fatto risistemare.
Irremovibile il primo cittadino fu nella decisione ed il malcapitato ambulante la giornata guadagnata la dovette versare nelle casse dell’erario comunale per saldare la multa.
Altri tempi?
No di certo!
Il rispetto della cosa pubblica non ha tempo e, soprattutto, è un dovere civico di ognuno. Forse, il Fanfanulla allora si volle dimostrare integerrimo e, a ben vedere, bene fece.
Ma poi tutto si è sbracato: in zona piazza Grande più di una volta è stato segnalato copiose colature d’olio e così in altre parti del centro storico.
Segno che chi deve vigilare per il decoro non lo fa così come il senso civico di alcuni cittadini è pari a zero, per essere clementi.
Ora, per venire alla foto, ancora una volta inviataci da un nostro lettore, ci torna in mente il detto “il calzolaio va con le scarpe rotte” perché la vistosa toppa al tombino si trova nella centralissima via Bicchieraia e per giunta proprio di fronte a uffici comunali.
Possibile che per completare l’intervento non vi fosse altro materiale del catrame così cromaticamente di rottura?
Possibile che di lì su quel selciato, non vi passa nessuno rappresentante dell’attuale giunta comunale e noti lo scempio?
Possibile nel 2022 una città turistica qual sembrerebbe essere Arezzo sia rammendata di qua e di là con toppe di nero catrame?
Buonsenso, signori, buon senso chiediamo solo buonsenso perché tale intervento se fatto a casa propria dubito che non fosse contestato!
Ad majora
Un’immagine di perfetta miserabilità, quella che l’amministrazione comunale riesce a dare di sé col tenere tante strade del centro storico in simili e anche peggiori condizioni.