C’è un vecchio detto della saggezza contadina che dice: “la coda è la parte più difficoltosa a spellarsi”.
Un modo di dire che calza perfettamente sulla vicenda che riguarda la collocazione a riposo del pensionato Riccardo e la nomina del suo successore alla guida della Chiesa aretina.
E’ da gennaio che i fedeli di questa diocesi attendono con ansia che il Vaticano renda noto il nome del successore ma, ad oggi, ancora nulla di fatto.
San Donato è stato festeggiato; otto mesi di proroga sono trascorsi; il nuovo organo ha fatto sentire la sua voce; la magione in piazza San Domenico è pronta grazie all’8 per mille che, invece di essere spesi per le necessità di tanti bisognosi della nostra chiesa sono stati impiegati per le comodità di Riccardo e inoltre, è bene ricordarlo, anche per questo lavoro di ristrutturazione ha pensato bene di avvalersi di un professionista fiorentino piuttosto di uno dei tanti di questa provincia.
Insomma, è proprio giunta l’ora che questo signore di levi di torno con passi lunghi e ben stesi!
Da indiscrezioni, ma sappiamo che lasciano il tempo che trovano, a volte però, il non è vero ma ci credo, sembra che questo ritardo sia dovuto al fatto che quanti interpellati non abbiano accettato non solo per non aver nulla a che fare con il pensionato, ma anche perché la Diocesi versa in una situazione penosa.
A questo punto tutto, tutto ci va bene purché si tolga di torno questo individuo che, ogni giorno che passa, diventa sempre più insopportabile.