Li accomuna una rassegna imminente.
Continentale, il Ct. Comunale, il PD d’Arezzo.
Ed hanno in comune qualcosa da comunicare.
Roberto Mancini all’Uefa, entro la mezzanotte di domani.
Il Pd a 400 iscritti, da fine giugno a congresso, non oltre mercoledì.
Li collega l’obiettivo in gioco.
Il massimo risultato all’Europeo, il mister della Nazionale.
Riconquistare Palazzo Cavallo, il PD d’Arezzo.
E da qua, la similitudine si trasforma in difformità: il Ct compie la sua scelta e affronta la prova dall’11 giugno e, anche in caso di infortuni, l’organizzazione della squadra non sarà soggetta a cambiamenti; il PD d’Arezzo dista 4 anni dal duello con la squadra avversaria.
L’organizzazione in procinto di dare alla sua squadra, reggerà tanto?
D’accordo: in pratica, ad Arezzo, è l’unico partito dotato di organizzazione, di stabilità, di regole e di prospettiva.
Ma nel panorama politico nazionale continua ad essere un cantiere in continua fase di ristrutturazione. Niente di solido. Ma molto di contingente.
Ieri c’era Zingaretti.
Ha retto fintanto non si è vergognato del gran parlare esclusivamente di nomine, di poltrone e di primarie.
E’ arrivato Letta ed ha ricominciata la retorica sulla vocazione sistemica del Pd, come se non fosse successo niente.
Nel quadro comunale derivato dalla prima amministrazione Ghinelli, il PD avrebbe dovuto giganteggiare alle scorse amministrative.
Se questo non è avvenuto, non è tanto perché Arezzo è preda della destra, dei populismi o di chissà quali devianze.
Quanto perché le performance del PD d’Arezzo, a cominciare dalla capacità di attrarre consensi e voti a quella di comunicare e di proporre politiche comunali chiare, è stata finora modestissima.
E modestissima, resta.
Per cui tanto vale divertirci e il divertimento consiste nell’attendere.
L’attesa del Ct, la decisione per il ballottaggio classico tra centravanti (Immobile o Belotti?), o in difesa ((Toloi o Gianluca Mancini?), oppure a centrocampo (Pessina o Crisante?).
L’attesa del PD d’Arezzo, tra di chi indosserà la maglia da titolare della prossima segreteria comunale del PD d’Arezzo.
Due mozioni per il PD d’Arezzo Sarà l’ala riformista rappresentata da Matteo Bracciali (ammesso che l’interessato sciolga l’incertezza sulla decisione finale di scendere in campo o di restare in panchina) a ipotecare il posto di Alessandro Caneschi oppure sarà l’ala sinistra con Donato Caporali a mettere in predicato il coordinamento comunale, forte dell’apprezzamento per le sue perfomance di centravanti dell’ opposizione, dentro il Palazzo Cavallo governato dal centrodestra?
Quelle due mozioni del Ct Occhio, Pd!
Il Ct in dubbio tra due mozioni – Kean o Bernardeschi? – ha già dispiaciuto molti.