Ci rifò sulla Rossella Angiolini (che non ho nel cuore e l’editore sa perché e non difendo lei ma noi dai tritacarne) e scrivo un’altra cosa, prima di togliere l’Ortica dall’imbarazzo dei miei chiassosi “sproloqui”
(ma che testa hanno certi lettori che definiscono sproloqui articoli su Hospice, movida, sindaco vaccinato negli Usa?) e restituisco alla sua quiete questo media, nato per pungere e prudere, non per zuccherare la tisana prima di una buona dormita da ritti.
Però, prima, chiedo spazio per questa mia ultima opinione:
trovo, al netto delle scuse dell’Angiolini e della figurina collezionata, che sia, com’è effettivamente, vergognoso chiedere la sua cacciata anche dall’insegnamento!
Ci dovrebbe essere un po’ di pudore in un Paese come l’Italia, in cui nel 1938 vennero promulgate le famigerate Leggi Razziali, in forza delle quali chi non era conforme alla dottrina della razza era cacciato dall’insegnamento se docente e dalla scuola se discente.
Oggi si giunge a chiedere di cacciare dalla cattedra chi non è conforme al linguaggio politicamente corretto, per l’uso di una parola offensiva in un post sul profilo Facebook personale.
E’ una vergogna e c’è da avere tanto di paura orwelliana!
( se non si capisce il termine orwelliano, lo spiego in una glossa in fondo).
Nell’Italia di oggi ogni Istituto Scolastico ha la propria autonomia, consistente anche nella selezione del corpo docente.
Se fosse il preside a mandare via la Rossella Angiolini, io non avrei da ridire, come non ho detto niente sulla presidenta della Provincia che l’ha cacciata dalla commissione Pari Opportunità.
Ma che sia lo Stato, il ministero dell’Istruzione a dare il benservito alla Rossella Angiolini, se l’interrogazione del PD dovesse ottenere il benestare dell’Aula, io lo trovo semplicemente vergognoso!
Ho scritto la mia ultima cosa (non voglio definirlo un articolo per non offendere l’onorabilità di certi lettori di questo giornale) e mi congedo dal vostro modo di pensare orwelliano. Buona sharia a tutti!