Con l’avvento del Covid 19, c’è stato un boom di acquisti di oggetti che in precedenza erano snobbati, oppure passati nel dimenticatoio.
Tra questi c’è la webcam, che normalmente languiva abbastanza tra gli scaffali dei negozi.
Ebbene, nel giro di un mese ad Arezzo (ma ovunque) è diventato un oggetto irreperibile.
Con lo smartworking e le video conferenze in aumento vertiginoso, la caccia all’occhio elettronico” in provincia ha portato all’esaurimento scorte immediato.
Ci giungono segnalazioni di persone che stanno girando come matti, setacciando anche le ultime botteghe di elettronica aperte, quelle più piccole e prima poco frequentate, alla ricerca disperata della webcam.
Inutile dire che nei grandi superstore cittadini è introvabile, tanto che alcuni addetti segnalano prima di entrare che è inutile cercarle.
Anche online le webcam sono merce rara, o esageratamente aumentata di prezzo, o con consegna in tempi biblici.
Gli aretini che ne erano sprovvisti, si arrangiano con i telefonini ed eventuali app, ma non è la stessa cosa, almeno per lavorare.
Il paradosso delle priorità e dei bisogni ci insegna che, a volte avere le cose in casa anche se non servono urgentemente è sempre un bene.