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sabato, Marzo 30, 2024
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Viaggio sentimentale in una Arezzo che resiste

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Non è facile vivere in una città di botoli ringhiosi pronti ad azzannare tutti quelli che possono restare sui coglioni.
Eppure in queste settimane di quarantena abbiamo visto una città tutto sommato ordinata, ligia alle regole, anzi anche troppo, quando i cecchini dalla finestra diventavano delatori nel vedere un solitario runner che si godeva l’aria del mattino.

Ma gli aretini si sono dimostrati anche molto solidali, attraverso il Calcit e le altre organizzazioni umanitarie.

Non era scontato, anche se “baccagliare” resta sempre lo sport preferito.

Basta vedere i commenti durante la diretta del sindaco per scompisciarsi dalle risate.

In fondo ci mancano solo delle cose semplici, una passeggiata per il Corso, un caffè all’O’clock, il giornale da Piero.
Ci manca la vita dei negozi, il brulicare in Piazza San Francesco, il guardare il culo alle numerose “gnocche” che popolano la città.
Ci manca il Teatro Petrarca, il cinema Eden, il Passioni Festival,  gli incontri alla Feltrinelli ed all’Aurora, ci manca la vita culturale e sociale, che, anche se bistrattata, esiste, come fiori in una terra arida, in questa città.

E poi, leggendo, in questi giorni di clausura, il libro dell’aretino Andrea Scanzi, “Con i piedi ben piantati sulle nuvole” che narra delle sue peregrinazioni intorno ad Arezzo, ti viene voglia di prendere la moto ed andare a riscoprire le meraviglie che ci circondano e che troppo spesso abbiamo tralasciato.

Cose semplici, appunto, piccoli borghi che si chiamino Sogna od Orzale, il Borro o Carda per poi arrivare a Cortona e mangiare alla Taverna Pane e Vino, proprio di fronte al Teatro Signorelli.

Sì, quando questo incubo finirà, saranno privilegiati i posti che si offrono in tutta la loro bellezza intorno a noi, perché, è vero, il paesaggio è uno stato d’animo ed ora sappiamo di quanto ne abbiamo bisogno, quanto siamo fortunati ad averlo, e quanto dovremmo imparare a difenderlo.

1 commento

  1. D’accordissimo, vorrei segnalare anche il meraviglioso parco delle foreste casentinesi e i numerosissimi altri luoghi ameni e stracarichi di cultura vicini vicini come la citta del Diario , Le dirette del sindaco fanno pena, sono offensive dell’intelligenza altrui, imita le nazionali, ma si è dimenticato di tenere accanto a se un l’esperto e di volta in volta invita i suoi amici di partito , dosa le domande rifiutanto quelle scomode solo per fare mera campagna elettorale. Speriamo che i botoli ringhiosi rimangano e dopo il letargo siano botoli ringhiosi obiettivi.

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Luciano Petrai
Luciano Petrai
Di professione “curioso”, ha attraversato negli anni ’80 le speranze ecologiste collaborando attivamente con gli Amici della Terra – Italia. Ha cavalcato le delusioni politiche e sociali attraverso una buona dose di auto-ironia e di sarcasmo. Attualmente fa parte della redazione del periodico “Essere” ed esprime note e lazzi in una frequentata pagina facebook . Ed ora l’esperienza ne “L’ortica” per continuare a pungere divertendosi.

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