CHI ha una età che ha utilizzato i dischi di vinile o le musicassette, se le ricordano: LE FESTE IN CASA.
Oggi che in casa dobbiamo starci per forza per sopravvivere, e che forse ci resta pure sui coglioni per la durata che non sappiamo quantificare, qualcuno si ricorderà ben altri periodi dove in casa c’era una parte di mondo.
Organizzare una festa in casa era un vero e proprio avvenimento.
Si pensava alla musica, spesso registrata nelle musicassette che regolarmente si inceppavano nei momenti clou, ed allora si prendeva una matita e si cercava di rimettere in giro il nastro uscito, con la pazienza di Giobbe.
Con i vinili era più facile anche se la puntina del giradischi graffiava un po’.
Ma la cosa importante era che tra i partecipanti ci fosse lei: perché in quegli anni le feste in casa erano propedeutiche al fidanzamento.
Il gioco della scopa era un modo per verificare le simpatie e se restavi con la scopa in mano più che la penitenza facevi la figura del coglione.
Poi finalmente il gioco si faceva duro quando venivano messi i Procol Harum, perché c’era sempre qualcuno che andava a spegnere la luce e mentre le note di “A Whiter Shade Of Pale” scorrevano
le coppie si strizzavano così tanto che sembravano diventare un tutt’uno.
Già, oggi che viviamo questa situazione, ve li ricordate gli abbracci?
Sarà retorico dirlo, ma poi gli anni successivi hanno stravolto quell’ingenuo eden, catapultati in discoteche da cinquemila persone tutte estranee e tutte sole.
Questa quarantena forzata dovrebbe farci un po’ riflettere sui nostri modi di vita, sui rapporti umani così distratti e superficiali, sull’aumento dell’ignoranza e dell’egoismo. Utilizziamo questo tempo per crescere e non per aumentare la nostra rabbia, inutile e dannosa.
Sarà un caso ma mentre scrivo la canzone dice:
“Nuove sensazioni
Giovani emozioni
Si esprimono purissime in noi
La veste dei fantasmi del passato
Cadendo lascia il quadro immacolato
E s’alza un vento tiepido d’amore
Di vero amore…”