C’era chi voleva rottamare, e c’è chi voleva cambiare: rottamato di sicuro c’è rimasto un Paese, quello italiano, di cambiato per ora ci sono sono gli inquilini di Palazzo Chigi.
In comune da ieri c’è almeno una questione non da poco tra rottamatori e i campioni del cambiamento: il salvataggio delle banche con fondi pubblici.
Tutte tranne BancaEtruria, la sola insieme a BancaMarche, Cariferrara e Carichieti, quelle che Renzi definì “quattro banchette”, date in pasto il 22 novembre del 2015 al bail che, doppia beffa, non è neppure mai entrato in vigore.
Ci mise un quarto d’ora il consiglio dei ministri riunito con urgenza quella domenica di novembre per mettere in risoluzione, BancaEtruria, come venne raccontato da Renzi e Padoan il fallimento della banca che per 125 anni aveva guidato la crescita di una città e del suo territorio.
E’ ancora troppo aperta la ferita nella pelle e nelle viscere dei risparmiatori, obbligazionisti ed azionisti, della banca aretina per infierire contro le manifestazioni di chi oggi è al governo davanti a via Calamandrei e via Crispi per solidarizzare sì con le vittime di BancaEtruria, ma anche per inveire contro l’intervento pubblico per salvare BancaEtruria.
Ma se la ferita troppo aperta lo era fino a ieri, da oggi ci si affonda come un coltello il decreto del governo del cambiamento che ieri per firmare il decreto di salvataggio con soldi pubblici di Carige, la Cassa di Risparmio di Genova, commissariata dalla Bce, ci ha messo cinque minuti in meno del quarto d’ora che servi a Padoan e Renzi per negare il salvataggio pubblico di BancaEtruria e dichiararla fallita.
E del resto quella di salvare con i soldi di tutti gli italiani la banca genovese, commissariata con tre miliardi di crediti deteriorati contro i due di BancaEtruria, non è la prima delle beffe subite dall’intero territorio aretino con la cancellazione della banca che fu protagonista del miracolo economico aretino.
Fu lo stesso governo che aveva negato il salvataggio di BancaEtruria, ceduta insieme a BancaMarche, Cariferrara e Cariferrara, a salvare MontePaschi con cinque miliardi di ricapitalizzazione del Tesoro, e le due banche venete, ben più cariche di BancaEtruria di crediti deteriorati, con la copertura pubblica di tutti i crediti e la garanzia per tutti gli obbligazionisti.
Una domenica di tre anni fa e il secondo lunedì del 2019 sono i due giorni d’inizio e non è detto della fine di una beffa che ha fatto e sta facendo soffrire i risparmiatori di BancaEtruria, cancellata e venduta per un euro insieme a 125 anni di storia economica e sociale di una città che, anche grazie alla sua banca, era riuscita a diventare una delle protagoniste della manifattura italiana.
Non esistono governi buoni.
(Saluti e auguri a Romano Salvi)