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sabato, Marzo 30, 2024
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Ma la Nisini che fine ha fatto?

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Durante la crisi dell’Arezzo, parzialmente risoltasi ieri con l’inizio della gestione provvisoria della società, tra molte presenze si è notata un’assenza.
Non ci stava bene una donna in mezzo a questi uomini?
Non ci stava bene un assessore allo sport in prima fila?
Macché, sparita e non da oggi, e non dal giorno in cui è divenuta parlamentare (ancora deve insediarsi…), ma da sempre.

Da quando la situazione dell’Arezzo è sembrata veramente sull’orlo del baratro, lei si è fatta vedere un paio di volte allo stadio e poi si è defilata lasciando il posto a Paolo Bertini, semplice consigliere comunale che si è dato un gran da fare sia come braccio destro di Matteoni (aimé!) che come attivista nella ricerca di fondi per la salvezza dell’US Arezzo (bravo).

Lei si è fatta viva per dire che il prossimo assessore allo sport del Comune di Arezzo sarà un’altra donna.
Speriamo che sia di Arezzo e più interessata allo sport aretino di quanto non sia stata lei forestiera…

Di certo non la rimpiangeremo.

3 Commenti

  1. Questo é il problema dell’Italia dei poveracci del bar dello sport. La politica é vista come la panacea delle incapacità dei sedicenti imprenditori. Ma dove sta scritto che la politica deve salvare una squadra di calcio? Arezzo non ha più i mezzi per permettersi una squadra di calcio decente? Ci rinunci. Ma cosa é questa mafia del voglio a tutti i costi ? Questa amministrazione (eletta con pochissimi voti) ha massacrato completamente la città che é un disastro economico, turistico, culturale e sociale. Si sono preoccupati solo di spartirsi indecentemente le poltrone e gli strapuntini (tra l’altro affidando posti chiavi a personaggi che la società civile rigetta e detesta) e adesso fanno propaganda per le prossime amministrative, taluno incrociando anche con parti dell’opposizione. Uno schifo, altro che calcio

  2. La squadra di calcio è un simbolo e parte dell’immagine di una città. Deve cercare di salvarla, quando possibile, sia la politica che l’imprenditoria; e anche i cittadini intelligenti tutti. In questo caso pare sia stato possibile grazie alla collaborazione di tutte le componenti.

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Pietro Aretino
Pietro Aretino
« Qui giace l'Aretin, poeta Tosco, che d'ognun disse mal, fuorché di Cristo, scusandosi col dir: "Non lo conosco"! » (Ironica epigrafe indirizzata all'Aretino da Paolo Giovio[1]) È conosciuto principalmente per alcuni suoi scritti dal contenuto considerato quanto mai licenzioso (almeno per l'epoca), fra cui i conosciutissimi Sonetti lussuriosi. Scrisse anche i Dubbi amorosi e opere di contenuto religioso, tese a farlo apprezzare nell'ambiente cardinalizio che a lungo frequentò.

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