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venerdì, Marzo 29, 2024
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Lodevole la scelta dei cari profughi Sconsolante lo sbracamento

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 Onore al merito dell’accoglienza e dell’integrazione, lode alla scelta dei cari immigrati portati ad assistere alla solenne serata svoltasi al Teatro Petrarca venerdì scorso, nella circostanza ufficiale della celebrazione del 2 Giugno.
Meno lodevole altro.

Lodevole, anzi di più lodevolissima, che dire di più, forse lodevolissima issima issima issima questa iniziativa voluta dalla Prefettura di Arezzo.
E, naturalmente, solertemente condivisa volentieri da tutte le autorità intervenute alla Festa della Repubblica.
Scoraggiante altro.

Sconsolante deprimente desolante che:

i cari profughi venuti dal mondo non sappiano stare al mondo!

Non per voler essere formali ad ogni costo, oh sarà che ora ce se formalizzi ad Arezzo?, ridente cittadina, a grande vocazione turistica, in cui davanti alla stazione ferroviaria, in cui sbarcano i visitatori venuti dal mondo, si parano scene tipo i pusher maghrebini in attività di sera e gente sbracata ai giardini storici del Porcinai.

Qua, sia detto chiaramente, nessuno si scandalizza più di niente!

Ma un po’ sì, un pochino viene da sconsolarsi a teatro, durante la solenne serata di celebrazione dell’importante festività in onore della nostra Repubblica.

profughi-teatro-2Basta la non proprio scena modello ritratta in questa fotografia, scattata da chi quella sera c’era al Petrarca, per comprendere cosa intendiamo:

ma sarà mai possibile che il benefico sistema dell’integrazione non abbia avuto il benché minimo scrupolo di far notare ai cari profughi che non si sta a teatro in quel modo, in particolare in una serata speciale come il 2 Giugno, in cui viene eseguito l’inno nazionale del Paese, che li ha accolti, e si edificano i valori su cui si fonda la nazione, in cui sono giunti da angoli del mondo funestati da guerre fame avversità climatiche povertà?

Evidentemente nessuno ha sentito il senso civico di dire ai cari profughi:

fratelli e prossimi nuovi italiani, ovviamente raccomandiamo a tutti voi nostri fratelli, bisogna togliersi il cappello in questa solenne occasione, evitando di assumere una postura a ciondoloni, con le braccia incrociate sul petto come a dire che noia, ma che noia, ma che palle questa Italia!

La lodevolissima Prefettura e le altre autorità – beninteso tutte degne di una citazione al merito dell’integrazione – dove guardavano durante l’edificante serata solenne svoltasi al Petrarca, in cui sul regale palco teatrale non c’erano gli italiani – a parte la presentatrice – ma coloro ai quali gli italiani donano una nuova vita?

Raccomandare un comportamento consono all’importanza del 2 Giugno e consono al significato della presenza di tanti cari profughi alla celebrazione dell’anniversario della Repubblica, non avrebbe avuto alcunché di razzistico. Anzi, al contrario.

Eppure, eccola qui l’immagine della partecipazione dei cari profughi a questa manifestazione.
In cui, forse, qualcuno ci sarebbe stato che avrebbe sentito il dovere di far notare ad un connazionale, altrettanto sguaiato, che non si sta con il berrettino da baseball calzato in capo e non ci si mette a ciondoli quando squilla l’inno italiano.

Evidentemente, c’è chi può e chi non lo farebbe anche potendolo fare.

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Felice Cini
Felice Cini
Mi piacerebbe essere Tristano ma sono Felicino, vorrei essere qualcuno ma sono nessuno. Mi piacerebbe raccontare qualcosa di buono ma non ho argomenti. Vorrei un argomento positivo sul mondo che ci circonda ma non mi piace granché ciò che ci circonda. Scrivo su l'Ortica per la mia passione per ciò che non va bene. Mi assomiglia.

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