In questo periodo i giornalisti di Arezzo sono ossessionati dalla vicenda Banca Etruria.
Tra televisioni, testate online e cartacee ci stanno sfracellando i testicoli ogni due per tre con millemila notizie sulla vicenda, analizzando pure che numero di scarpe porta l’autista del segretario dell’amministratore delegato.
Ovviamente ai molti (non tutti) copia /incolla dipendenti gli fa comodo per riempire il palinsesto di solito asifittico di vere notizie, così per qualche giorno sono a posto con il “lavoro”.
Dai loro bollettini allarmistici appare che chiunque in città sia stato derubato di miliardi di euro, che ora l’intera popolazione aretina vivrà sotto i ponti per sempre e che a causa della vicenda la città senza la banca di “bandiera”sprofonderà nel caos più totale.
Nella realtà a moltissima gente non frega nulla, vuoi perchè ha il conto (quasi in rosso) alla Posta, vuoi perchè non arriva a fine mese e i pochi soldi che ha non fa a tempo a prenderli che li ha già spesi per bollette e per mangiare, per cui i veri problemi sono altri.
Non dimentichiamoci poi che tra i defraudati dal crac ci sono anche alcune persone che hanno speculato sapendo di speculare e di loro sadicamente oltre a non importarci nulla viene da dirgli pure “ti sta bene”.
Da anni circolava la voce di popolo che diceva di togliere i soldi dal conto alla Banca Etruria, perchè in breve sarebbe fallita. Avevano ragione loro.
Ora i tuttologi ed analisti finanziari da bar pontificano alla grande, tra due mesi si parlerà del Saracino.
Dispiace per chi ingenuamente ha perso dei soldi ed era onesto, ma forse è la minima parte in causa di questa vicenda, dove quasi tutti hanno approfittato per pocciare da Mamma Etruria aggratisse.