di Felice Cini
Nevrotico è colui che costruisce castelli non certosini.
Psicotico: colui che vi abita. Psichiatra: colui che riscuote il canone d’ affitto.
Finora, però, non s’era mai visto nessuno nel mondo, nessuno ingiunto di rimuovere gli abusi edilizi, eseguire l’ordine entusiasticamente.
Arezzo vanta un caso unico, per certi versi più unico che raro, in ciò che sta accadendo in via dell’Acropoli.
Se lo facessimo sapere in giro chissà che dalla Svezia non giunga il Nobel.
A che cosa? Nobel al sentirsi speciali.
Quando sentirsi speciali è una delle peggiori gabbie che si possa costruirsi abusivamente.
Ben peggiore di un castello a vanvera.
Il qualcosa di straordinario ha a che vedere con la fervente attività in corso dentro l’impianto del rugby, nel cui perimetro sta lavorando alacremente una ditta.
Costruisce che cosa?
Chissenefrega, dirà qualcuno.
E come dargli torto e aggiungesse: ci sono problemi più importanti nel mondo!
E’ vero, ma si dà il caso che l’impianto comunale di via dell’Acropoli sia, in questa città, uno degli argomenti nel cuore delle opposizioni in Comune, in cui le interrogazioni le fanno a raffica unicamente se c’è di mezzo il pallone ovale.
Dopodiché le sopraccitate opposizioni si ritirano ordinatamente a vita privata.
Come dimostra il tasso di assenteismo registrato in Aula anche l’ultima volta in Comune.
Oltretutto ci potrebbe scappare il Nobel al sentirsi speciali! Bisogna dirlo in giro.
La ditta all’opera non è lì per costruire ma per smontare, laddove smontare significa portare via una pensilina, un paio di casettine e un forno realizzato in muratura ma realizzato abusivamente come la suddetta tettoria e le anzidette casettine, di cui una adibita al rimessaggio di un trattorino e l’altra a chalet.
Il Nobel, quindi, tocca al Comune, si dirà: la legalità ha segnato mèta anche in via dell’Acropoli. E invece il premio non è destinato al Municipio.
Che ha ordinato, è vero, la soppressione delle opere abusive.
Ma non è da assegnare a chi ha fatto semplicemente il proprio dovere.
No no, se il Nobel se lo deve meritare qualcuno, questo qualcuno è il vecchio gestore dell’impianto di via dell’Acropoli.
Infatti, finora non s’era mai visto nessuno nel mondo, nessuno ingiunto di rimuovere gli abusi edilizi, eseguire l’ordine con tanta soddisfazione.
Felicemente, con l’entusiasmo di spogliare la nuova gestione dell’impianto di certe opere non certosine, continuando a sentirsi speciali a vanvera.
E’ da Nobel!
Le opposizione, se vogliono, hanno un buon argomento per tornare in Aula a sostegno di questa causa.
Se non hanno altri impegni.