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lunedì, Aprile 1, 2024
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Consiglieri comunali assenti in base a proprie seghe personali! Vergognatevi

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di Felice Cini

Non bello, affatto edificante, tutt’altro che costruttivo essere consigliere comunale assente e/o presente a seconda della proprie seghe personali, famigliari o di lavoro che siano queste seghe. Il risultato qual è?
Dovrebbe essere di vergognarsi. E invece:

L’aula del Consiglio Comunale di Arezzo come un’aula di una scuola di Scampia. Ecco qua il risultato.

Non so come si dica a Scampia non andare a scuola, ad Arezzo si dice “fare chiodo”, ma certo è che, come nel quartiere napoletano maggiormente colpito dall’emarginazione sociale esiste la piaga incivile della dispersione scolastica, nella principale istituzione della Città di Arezzo esiste un’endemia molto simile, una manifestazione di disimpegno costante, che si chiama dispersione consiliare.

Oggi questo fenomeno è successo di nuovo. Era giorno di Consiglio Comunale.
Ma in tanti se ne sono bellamente fregati di andare in Aula.
Ognuno, con una sega più importante in capo, ha disertato il banco.
Cosicché un’ala del Consiglio Comunale è rimasta letteralmente vuota.

Complimenti! Ogni scusa è buona, come ogni sega è lo specchio fedele di una scadente attività e d’altronde non si può dire che ad Arezzo l’opposizione non sia una sega.

A Scampia, dove i ragazzi non vanno a scuola, perché hanno altre seghe in capo, lo Stato si deve mettere di buzzo buono a riportare in aula chi evade l’obbligo di andare a scuola.
Qui da noi, per fortuna, anche i citti più emarginati hanno un senso del dovere più spiccato di certi Consiglieri Comunali.
I quali svolgono il loro obbligo allo stesso modo degli emarginati di Scampia, andando in Aula in base al capriccio della propria agenda di seghe personali.
Qui, da noi, però, non c’è nessuno che si mette di buzzo buono a riportarli in Aula.
Dove sarebbe loro dovere di stare, quando è convocato il Consiglio Comunale.
In alternativa , questi professionisti della sega personale, avrebbero una opzione non concessa ai ragazzi di Scampia. Quale?

Loro possono dimettersi, dando a se stessi il tempo di farsi i cazzi propri, ogni qual volta vogliono, compreso il giorno che è giorno di Consiglio Comunale, giorno in cui non vogliono stare lì a scaldare il banco, nel vano tentativo di controllare e di indirizzare l’operato di chi ci governa.

Se gli è passata la voglia – la fregola che ebbero quando si misero in lista e andarono da moglie o compagna, famigliari e/o altri parenti, amici e anche altri conoscenti, pur di ottenere le preferenze necessarie a farsi eleggere e leggere il proprio nome nel giornale – di esercitare la funzione di amministratori del Consiglio Comunale, possono benissimo accomodarsi a cagare.
Ma bisogna che la smettano di offrire un’immagine di merda come quella offerta dall’Aula convocata oggi. Che immagine? Di merda:

Peggiore di una scuola di Scampia e meno edificante dell’Aula di Montecitorio e/o di Palazzo Madama quando s’approssima il fine settimana: un Consiglio Comunale con i banchi delle opposizioni vuoti!

Ma ce l’hanno un po’ di amor proprio?
La moglie o la compagna dovrebbe opporsi a dargliela, rifiutarsi ad oltranza all’assenteista quando rientra a casa. Il famigliare e/o il parente dovrebbe dargli un calcio negli stinchi.
L’amico e anche il conoscente dovrebbero dirgli un bel vaffanculo.

Insomma, laddove lo Stato non può intervenire, che almeno intervengano i famigli, a causa dei quali il Consiglio Comunale di Arezzo è amministrato da gente che ha in capo seghe personali, belle seghe differenti dall’impegno per il quale si sono fatti eleggere.

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Felice Cini
Felice Cini
Mi piacerebbe essere Tristano ma sono Felicino, vorrei essere qualcuno ma sono nessuno. Mi piacerebbe raccontare qualcosa di buono ma non ho argomenti. Vorrei un argomento positivo sul mondo che ci circonda ma non mi piace granché ciò che ci circonda. Scrivo su l'Ortica per la mia passione per ciò che non va bene. Mi assomiglia.

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