Ci voleva un colpo di coda all’italiana per salvare Alitalia.
Macché partner tedeschi o francesi, noi le risorse le troviamo tutte all’interno del Paese.
Così è stata coinvolta la LIPU, lega italiana protezione uccelli, che da anni si cura delle ferite di tutti i tipi di volatili ed ora interviene per salvare quegli uccelloni della compagnia di bandiera che sono stati feriti e maltrattati da politici senza scrupoli, da imprenditori banditi, da truffatori sbucati da ogni dove, come topi sul formaggio.
Del resto i precedenti erano esilaranti.
Ricordate Berlusconi, candidato del centro destra che durante il governo Prodi affermò al TG5 del 28 marzo 2008: “L’offerta Air France non è soltanto irricevibile, non è soltanto inaccettabile, ma addirittura offensiva”. Poi cercò un branco di imprenditori italiani, sempre gli stessi, che ci videro subito un affare, ma naturalmente, anche se lo aveva annunciato non fece mai entrare nella società i suoi figli.
Non è stato da meno il figlioccio Renzi che il 4 giugno 2015 alla presentazione delle nuove uniformi del personale Alitalia dichiarò: “Allacciatevi le cinture, perché stiamo decollando davvero, piaccia o non piaccia a chi passa il tempo a lamentarsi. Stiamo rimettendo il Paese a correre come deve correre.Il decollo di Alitalia è il decollo dell’Italia, il decollo dell’Italia è il decollo di Alitalia.
Se decolla Alitalia, viva l’Italia.” ( Vi garantisco che non era Crozza ma proprio Renzi)
E se tanto da tanto il tracollo di Alitalia è il tracollo dell’Italia!
Ed allora ecco intervenire la LIPU. Già direte voi, ma questa è una cazzata.
E perché, quelle dette in precedenza cosa erano?