Personale carente, tempi di attesa lunghissimi e silenzio sui finanziamenti: la crisi sanitaria nella provincia aretina peggiora, ma le istituzioni sembrano disinteressate.
La situazione critica della sanità pubblica ad Arezzo è al centro di un’allarmante sequenza di problemi, con la ASL Toscana Sud Est sotto accusa per una politica di disintegrazione che sembra minare la stabilità del sistema sanitario locale.
Personale in flessione, condizioni lavorative precarie
Il cuore del problema risiede nella drastica carenza di personale in tutti i reparti, dall’ospedale San Donato agli altri centri della provincia.
Medici, infermieri e operatori socio sanitari mancano all’appello, e i continui tagli al personale hanno creato una situazione insostenibile.
Lavorare in condizioni pesanti e sotto pressione è diventata la norma, con un impatto negativo sia sulla qualità dell’assistenza che sul benessere del personale.
Pronto soccorso in crisi, tempi di attesa interminabili
Il Pronto Soccorso di Arezzo è al collasso, costringendo i cittadini a un’incerta attesa e a un affidamento quasi cieco alla sorte.
I tempi di attesa si sono allungati notevolmente, a tal punto che è possibile trascorrere un’intera giornata senza ricevere la necessaria visita medica.
Nonostante gli sforzi eroici del personale, la mancanza di risorse umane è il nodo cruciale che la ASL sembra rifiutarsi di affrontare.
Crisi endemica nei tempi di attesa degli esami diagnostici
La crisi sanitaria si riflette anche nei tempi di attesa per gli esami diagnostici, una realtà che persiste nonostante il passare del tempo.
Le lunghe attese mettono a dura prova i pazienti, che spesso sono costretti a cercare soluzioni alternative per ottenere una diagnosi tempestiva e adeguata.
Silenzio istituzionale su finanziamenti ei nvestimenti cruciali
La recente conferenza stampa della dirigenza ASL con i responsabili della Regione Toscana ha gettato ulteriori ombre sulla situazione.
Il silenzio totale riguardo agli investimenti promessi per il San Donato e i finanziamenti del PNRR ha lasciato i cittadini senza risposte.
Anche se alcuni hanno festeggiato la presenza del nosocomio aretino tra i primi 30 in Italia secondo Newsweek, il calo dalla 18ª posizione dell’anno precedente non offre motivi di celebrazione.
Disparità finanziarie: dove vanno le risorse?
La provincia di Arezzo, coprendo il 41% dell’Area Vasta, si trova ad affrontare solo il 21% delle risorse finanziarie disponibili.
Una discrepanza che solleva domande cruciali sulla distribuzione equa delle risorse e sull’attenzione delle istituzioni regionali.
In questo contesto, la popolazione aretina è costretta a vivere una realtà sanitaria disastrosa e disastrata, mentre la leadership della Regione Toscana e della dirigenza ASL sembra mostrare scarsa sensibilità verso la crisi in corso.
La salute dei cittadini è in gioco, e la necessità di azioni immediate e decisive è più evidente che mai.
Io dico che di questi tempi, con tante guerre in atto, sia buona politica sostenere prima di tutto le spese militari, anche se ciò dovesse farsi a scapito di settori come la sanità pubblica; la quale, è noto, assorbe ben il 6,8% del Pil (2022), mentre per la Difesa siamo soltanto all’1,4% (2020).
Il futuro del paese non può certo essere rappresentato dalle Asl, bensì (ad esempio) dalle Società produttrici di armi, attività in cui l’Italia eccelle a livello mondiale.
Eh si… fomentiamo l’odio invece che la sanità pubblica…! La soluzione di tutti i mali!
https://www.corriere.it/politica/24_marzo_28/luciano-portolano-economia-guerra-russa-impone-all-europa-scatto-2percento-difesa-minimo-36bd81f4-ec81-11ee-add4-970da8b7bf13.shtml