Tanta gente ieri, sabato 10 febbraio 2024, alla commemorazione del Giorno del Ricordo, presso Largo Martiri delle Foibe, che come ogni anno cade per il 10 febbraio.
Questo anno cade il ventennale da quando è stata istituita questa fondamentale solennità civile, infatti la legge fu approvata il 30 marzo del 2004.
Solennità nazionale per ricordare un tema che purtroppo ha avuto per tantissimi anni un grave e colpevole silenzio istituzionale, un oblìo durato decenni sia a livello politico che a livello culturale.
Tanti furono gli italiani, le cifre si aggirano intorno ai ventimila corpi ritrovati, che furono violentati, torturati e infine uccisi e gettati nelle foibe dalle truppe dei partigiani comunisti di Tito, a volte aiutati da partigiani italiani desiderosi di vendetta e accecati dal comunismo più becero e arrogante.
Orrore si aggiunge ad orrore quando molte testimonianze raccontavano che per fare prima legavano con il filo spinato i prigionieri, li portavano al limite della foiba, sparavano al primo che si portava giù tutti gli altri ancora vivi.
La loro unica colpa?
Essere italiani.
A questo dramma si è poi aggiunto il dramma dell’esodo: oltre 350.000 italiani furono costretti, nel giro di breve tempo, a lasciare la propria terra, le proprie case, il loro lavoro perché costantemente ed ignobilmente vessati e minacciati dagli slavi.
O diventavi yugoslavo, o dovevi andartene!
Una vera e propria pulizia etnica perpetrata ai danni degli italiani.
Quasi tutti ovviamente scelsero la via dell’esodo, conoscendo molto bene cosa era il comunismo e il regime di terrore da essi applicato.
E scelsero l’Italia.
Quindi sono stati due volte italiani: prima per nascita, e poi per scelta.
Oggi, nonostante ci siano ancora sacche residuali di negazionisti, la memoria collettiva ha fatto un bel bagno di conoscenza e di verità, e tutti riconoscono il dramma dei Martiri delle Foibe e l’esodo che ne conseguì successivamente.
Fanno anche molto piacere le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che già nel 2019, ero all’epoca presente al Quirinale per commemorare il Giorno del Ricordo, ebbe parole chiare e nette, ribadite anche nella celebrazione di quest’anno “fu un vero e proprio genocidio etnico.
La loro unica colpa fu quella di essere italiani.”
In provincia di Arezzo, esattamente a Laterina, ci sono ancora alcune baracche che furono di volta in volta utilizzate come campo di prigionia o come campo profughi.
Gli ultimi ospiti furono proprio gli italiani che scappavano dalle terre di Istria, Dalmazia e Venezia Giulia.
La speranza è di poterci fare un museo per ricordare questo dramma.
10 febbraio, Giorno del Ricordo.
Per non dimenticare.
Mai.
La storia intorno alle Foibe:
https://www.internazionale.it/notizie/nicoletta-bourbaki/2017/02/10/foibe