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sabato, Marzo 30, 2024
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l’Altalena di Indiani è quella dell’Arezzo

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Il tecnico aretino, e di conseguenza la squadra, sembra giocare con l’altalena.
A questo punto per noi commentatori si fa dura.
Seguire partita per partita vuol dire scrivere una volta bene, una male e l’altra così e così.
Il rischio di apparire incoerenti è grande, come incoerenti, però, sono gioco e risultati dell’Arezzo.

Intendiamoci, tutte le mosse di Indiani, tranne l’uso ripetuto e poco efficace di Guccione (su questo siamo coerenti) hanno una spiegazione logica, ma è lapalissiano che di certi giocatori in questa fase l’Arezzo non può fare a meno.
Mawuli, Coccia, Settembrini e Gucci su tutti, ma non solo loro.
Anche Pattarello, che spreca molte giocate, ma ne crea anche di molto buone, sembrerebbe da aggiungere ai quattro di cui sopra.

E’ vero che se vogliamo avere qualche speranza che Kozak migliori occorre farlo giocare, ma l’Arezzo può permetterselo?
In questo momento sembrerebbe di no, anche perché l’unica garanzia di qualche gol la dà Gucci.

Ed è vero che Pattarello e Settembrini possono aver bisogno ogni tanto di tirare il fiato, ma forse sarebbe meglio che non lo facessero contemporaneamente.

E che vogliamo dire di Coccia?
Quando ha giocato titolare è sembrato un gradino sopra agli altri difensori, ottimo avanti e dietro, piede educato e dinamismo apprezzabile.

Mawuli poi, lo farei giocare sempre, anche con le stampelle.
E’ un uomo d’oro, sia in fase difensiva che in quella offensiva.
Penso che in serie C ci siano pochi centrocampisti del suo calibro.

I rincalzi, per questi giocatori, non offrono le stesse garanzie, e ormai lo abbiamo compreso a spese nostre.

Se a questo aggiungiamo che Borra in porta (Trombini con le costole rotte…) non è esattamente sinonimo di affidabilità, vediamo che l’Arezzo attuale il turnover non lo può fare, almeno in quei ruoli chiave che abbiamo citato.

Caro Indiani, è vero che evidentemente ti piace l’altalena e te ne regaleremo una per il Natale, ma sappi che siamo vicini alle posizioni pericolose e merita lasciarle verso l’alto.
Il panettone è lì che aspetta, fai in modo che a mangiarlo non sia qualcun altro…

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Gianni Brunacci
Gianni Brunacci
"Giornalista che non segue il coro, negli ultimi anni anche fotografo, videomaker e documentarista; si diletta scrivendo dell'Arezzo calcio, sua passione da sempre."

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