Spero sinceramente che la “performance” di Gian Marco Tognazzi ieri sera al Castiglioni film festival, sia stata condizionata, come ha detto lui alla partenza, da un cocktail alcolico preso a stomaco vuoto.
Sentire, nel bel giardino del Cassero, con un gradevole fresco e la luna che brillava, parole a vanvera di uno che porta un cognome importante, e che sembra non aver imparato niente dal padre Ugo, sentire dicevo chiacchiere confuse, contornate continuamente dalla parola “cazzo” per dimostrare la sua trasgressione, il suo essere “ggiovane attempato” ed il suo nulla cosmico, non è stato per niente piacevole.
Avere un microfono in mano richiede rispetto per il pubblico e se non si ha niente da dire si sta zitti.
Certo la serata era gratuita, ma è stato lui a farsi una sua seduta psicoterapeutica gratuita con il pubblico che, forse, è stato troppo corretto a non mandarlo a cacare.
Il film che è seguito, Non ci resta che il crimine, era piacevole anche per la presenza di ben altri personaggi come Alessandro Gassman e Marco Giallini.
Forse, una volta lucido, sarebbe il caso che il nostro uomo chiedesse scusa al sindaco Agnelli che mette così tanto impegno in questa rassegna.