Non è un doppiosenso, il sindaco di Arezzo divorzia, nel senso che, nonostante la situazione epidemiologica sia in netto miglioramento anche da noi, divide e separa la Fiera Antiquaria dal centro storico.
Non poi di tanto, ma dalla sua sede naturale, sì, anche a giugno.
Ma è in corso il tentativo in extremis di farlo ragionare.
E dipende dalle argomentazioni scritte da ben 150 firmatari, tra commercianti ed esercenti, se l’edizione del 5 e 6 prossimi tornerà a svolgersi lungo le strade in cui non si tiene da un anno, nella sua cornice tradizionale.
E non al Prato.
Dove il Comune l’ha già messa in calendario, come collocazione emergenziale, da quando siamo in tempi di prevenzione anticoronavirus e di Dpcm anche su fiere e mercati.
Fosse per Ghinelli – si potrebbe dire – il sindaco, probabilmente, neanche ascolta se stesso, quando sciorina dati, durante le trasmissioni di aggiornamento sulla pandemia, condotte nel canale YouTube comunale .
Si potrebbe aggiungere: è come se il trend dei contagi non stesse crollando anche nella nostra città e tutta la nostra provincia non intravedesse un sempre più ravvicinato ingresso in zona bianca.
Siamo ancora gialli, è vero.
Ma la situazione epidemiologica è in netto miglioramento.
Si potrebbe dire ma si dovrebbe anche dire: nell’Aretino in questi giorni almeno, poi il prossimo fine settimana chissà, l’incidenza ogni 100mila abitanti è ancora di 10, superiore alla media regionale (7).
Non siamo proprio proprio alla normalità, i contagi non stanno proprio proprio a zero.
E’ presto per dire non ce n’è coviddi.
Ciò nonostante, le argomentazioni a sostegno del ritorno della Fiera Antiquaria nel centro storico, sono quanto di più fondato e valido a livello di esigenze condivisibili.
Come scrivono i firmatari questo anno e mezzo è stato molto difficile, dura riuscire a mantenere aperte le nostre aziende e la Fiera Antiquaria in centro, con il suo consistente flusso di visitatori, è fondamentale per la sopravvivenza di chi è riuscito a resistere.
Da cui la petizione di ritornare alla normale collocazione dei banchi lungo le strade del centro storico, con la tradizionale disposizione, a cominciare dal prossimo fine settima.
Insomma, le ragioni valide a confronto sono due, tutte e due valide: quella degli operatori economici ed esercenti e quella del sindaco.
Opposte fino ad un certo punto.