Ormai l’oro occorre smaltirlo, per essere davvero ricchi. Le quattro aziende in testa alla classifica del fatturato ad Arezzo l’oro lo producono, nel senso che lo affinano o lo recuperano, ma di fatto non realizzano gioielli nel senso classico del termine. Non sono, insomma, gli orafi di una volta.
Tra le prime 10 per fatturato ad Arezzo, L’unica azienda che produce gioielli è la UnoAerre, all’ottavo posto con un fatturato che rispetto a Chimet (ma anche Italpreziosi e TCA) è un nanerottolo.
I suoi 167 000 000 sono infatti spiccioli rispetto ai 2 380 720 741 di Chimet.
Quel che è curioso è il fatto che entrambe le aziende citate sopra sono legate alla famiglia Squarcialupi.
Insomma, la città dell’oro cambia pelle anche se rimane uno dei centri mondiali della lavorazione di metalli preziosi.
La provincia arranca ed entra di fatto in classifica solo (si fa per dire) al 7°, 9° e 10° posto. La Power One di Terranuova Bracciolini (265 000 000) produce computer, elettronica e dintorni; Aboca (165 000 000) vero fenomeno delle erbe più o meno curative, ha base a Sansepolcro, mentre Tratos (decima con 121 779 319) a Pieve Santo Stefano.
Insomma, cari artigiani orafi tradizionali fatevene una ragione, non siete più i più ricchi ad Arezzo, anche perché il nero di un tempo non esiste più, almeno nelle percentuali dell’ottanta (in qualche caso anche il novanta) per cento degli anni ’80…
Italia Oggi, in collaborazione con La Sapienza, ci mette al 50° posto delle province italiane per qualità della vita (nel 2019); siamo là nel mezzo, come Oriali… ma le nostre (poche)eccellenze le abbiamo ancora.
Bene !! Benne!! So d accordo !! Ok !! Semo ricchi bho ???? Io nu !! Saluti !!