Ben vengano ad Arezzo tutte le iniziative che la rendono vivace e gradevole e lo Street food che compie dieci anni di svolgimento ad Arezzo è senza dubbio ben accetta.
Però, attenzione, occorre non affastellare iniziative tanto per fare ed è sempre più necessario adeguarsi a nuove sensibilità se la stessa manifestazione non vuole solo sopravvivere.
Dispiace non aver visto nessuna iniziativa tra i tanti stand di cibi regionali ed internazionali che propagandassero il no plastic free, cioè quella emergenza ambientale che richiede una attenzione sull’uso della plastica.
Proprio ieri sera al centro sociale di via Alfieri Rossano Ercolini, autore del libro “Rifiuti zero” aveva ammonito sull’uso indiscriminato della plastica ricordando come nel 2050 nel mare ci sarà più plastica che pesci.
Anche il buon Petrarca che dall’alto del suo monumento guardava la manifestazione sembrava dicesse: Che cavolo l’ho scritta a fare “chiare, fresche dolci acque” se me le insozzano tutte?
Ecco perché, soprattutto in manifestazioni di grande impatto di pubblico sarebbe necessario iniziare un piccolo percorso educativo che ci insegni a mangiare nel rispetto dell’ambiente.
Stamani c’erano anche i musici del Saracino, oramai il vero prezzemolo che condisce tutti i piatti delle iniziative aretine anche quando c’entrano come il cavolo a merenda.
Quindi ben vengano tutte le iniziative ma con maggiore attenzione e sensibilità, ne guadagnerebbe non solo la pancia ma anche la nostra civiltà.
Nel rispetto dell’ambiente innanzitutto questa roba qua mai la farei al Prato.
Con i vari batteri che ci sono in giro, pur anco («Mio cuore, monello giocondo che ride pur anco nel pianto») dalle condizioni d’igiene in dei casi rivelatesi precarie, chissà se la polvere che si solleva dai viali al pedinare («Morti ignoti ch’io sento pedinare Nella notte») non abbia effetto antimicrobico?!
Dopo lo scandalo del banco che spacciava cose diverse dal dichiarato, penso che senza controlli seri si dà da mangiare ,oltre la polvere, tante schifezze nell’inconsapevolezza di tutti.
Giusto, a parte l’ennesimo affronto al Prato di Arezzo, ripartendo dalla polvere che ha fatto notare C.A., provate a confrontare i requisiti igienico-sanitari minimi richiesti alle sagre con lo stato di queste simil-sagre paesane tra Prato e fortezza.
Complimenti e bravi ai Carabinieri Forestali e altri enti intervenuti che spero insistano con questi controlli perchè tali manifestazioni non siano un porto franco rispetto alle rigide e giuste norme sulla ristorazione.