Si era presentata fresca di parrucchiera l’assessora alle Pari Opportunità, Provveditorato e Patrimonio, Politiche della casa, Politiche giovanili e Sport, nonché senatrice della Lega, Tiziana Nisini in quanto invitata alla serata del premio Pietro l’Aretino 2019 che si teneva al Petrarca di Arezzo.
Aveva accettato con entusiasmo perché dopo il tour de force in Parlamento come relatrice della “Quota 100”, c’era bisogno di una serata rilassante.
Così, sapendo di salire sul palco e dando sfogo al suo essere donna, troppo spesso costretto dai mille impegni ad essere trascurato, aveva messo un bell’ abito da sera rosso fiammante, scollato quanto basta, per fare la giusta figura in quel prestigioso palco del Petrarca e premiare qualcuno.
Ma mentre gli invitati si esibivano, da Laura Falcinelli a Salsa Na’Ma’ a Santi Santo Cherubini e iniziavano le premiazioni l’assessora Tiziana Nisini, nonché senatrice della Lega, sembrava subire uno stop al suo ingresso nel palco con le motivazioni più risibili.
Forse sono cambiati i meccanismi del premio e tu sei senatrice, forse non è opportuno….
La Nisini comincia ad inalberarsi: mi avete chiamato voi e almeno come assessore allo sport fatemi premiare Domenico Neri, il famoso giocatore “Menchino, quello che “sei bella come una rovesciata di Menchino”.
Ma qui la rovesciata non era altrettanto bella e i distinguo, i balbettii le giustificazioni non giustificate fanno incazzare la senatrice che ad un certo punto prende e se ne va.
Oltre mezzanotte, dopo che qualcuno si è accorto dello sgarbo, l’assessora allo sport di Arezzo viene chiamata sul palco.
Ma Tiziana Nisini è già andata via, si è tolta quel bell’abito rosso (forse il rosso non le è indicato) ed è già a letto con il suo pigiama di pile, portandosi dietro qualche dubbio su chi può aver influito al suo oscuramento.
E qualche indizio è facile trovarlo.