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domenica, Marzo 31, 2024
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Il Corriere di Arezzo peggio di Libero

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Be’, Bechis non è certo un novellino, né uno con molti scrupoli, ma i titoloni che ha portato al Corriere di Arezzo da quando è alla guida del gruppo di testate denominate appunto “Corriere di…” hanno del vergognoso ed è giusto sottolinearlo.

Eviterò di citare i precedenti per concentrarmi sull’ultimo caso, quello di stamattina, che recita: caro La Cava, devi scucire.

A parte la forma che per il titolo di testa di un quotidiano è ridicola, il peggio sta nella sostanza.
Il lettore non troppo addentro alle cose dell’Arezzo calcio penserà inevitabilmente che il giornale stia (pur cialtronescamente) intraprendendo una campagna contro La Cava, presidente dell’Arezzo, che non vuol pagare qualche cosa.

Invece no. Il testo dell’articolo racconta di un obbligo per una società che si iscrive al campionato per la prima volta, ma in continuità con la gestione sportiva precedente, di saldare tutti i debiti sportivi pregressi.
Così succede che l’Arezzo dovrà pagare gli stipendi di giugno entro lo stesso mese, mentre tutte le altre società potranno farlo ad agosto. La Cava, tra l’altro, dice di aver provveduto al pagamento.

Il testo è normalmente giornalistico, mentre il titolo è da pattumiera, insomma.
Naturalmente questo è deontologicamente scorretto, visto che in molti si limitano alla lettura del solo titolo.

Urge riflessione interna al Corriere di Arezzo con conseguente cambio di strategia.
Forse per essere più autorevoli e vendere più copie è meglio migliorare i contenuti.

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Pietro Aretino
Pietro Aretino
« Qui giace l'Aretin, poeta Tosco, che d'ognun disse mal, fuorché di Cristo, scusandosi col dir: "Non lo conosco"! » (Ironica epigrafe indirizzata all'Aretino da Paolo Giovio[1]) È conosciuto principalmente per alcuni suoi scritti dal contenuto considerato quanto mai licenzioso (almeno per l'epoca), fra cui i conosciutissimi Sonetti lussuriosi. Scrisse anche i Dubbi amorosi e opere di contenuto religioso, tese a farlo apprezzare nell'ambiente cardinalizio che a lungo frequentò.

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