Ci siamo arrivati; prima o poi sarebbe successo, gli eventi sono precipitati e il D- Day ed è oggi.
Si è scatenata la guerra di salsiccie e mortadella in città, destra e sinistra in battaglia a colpi di rocchio e prosciutto, in nome della cultura.
A parole (e solo a parole si ha l’impressione) nel 2017 Arezzo vuole disfarsi dalla nomina di città della sagra della nana, per evolvere verso una nuova immagine dove l’arte e gli eventi culturali dominano l’urbe.
Peccato che in realtà a quasi nessuno nei fatti interessi, perchè alla maggior parte degli aretini è proprio la salsiccia quello che interessa, poco o nulla il resto.
Nuda e cruda (!!!) verità.
E anche a livello politico la salsiccia è stata usata a mò di manganello per pseudo risse verbali, laddove le accuse di voler trasformare la Fortezza in una salumeria a cielo aperto da Ghinelli, vengono rimandate al mittente dalla sinistra, che però ama la ciccia più della destra.
Ghinelli forse dimentica che Back In Time aveva salsiccia e mortadella in primo piano, servita e riverita laddove i soldatini giocavano alla guerra, così come sulla ciccia era basato il Mercatino Tirolese di Natale.
Intanto la Cultura si gioca tra enti e associazioni privati, da libere iniziative doìve la politica non ha messo naso e manco il becco di un quattrino, al più lo scudetto sul manifesto (patrocnio gratuito) e poco più.
Le risse politiche cittadine rivelano lo squallore dei personaggi implicati, tra una mortadellata e una salsicciata, si spreca tempo e voglia di fare comunicati e rispondersi, menter Arezzo sta diventando Terzo Mondo.
Avanti così, Morta Della Manda Rino, come recita la barzelletta, prima che a morire sia proprio la nostra città.