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Sfida a chi ce l’ha più duro e grosso. Chi microbico e non gnela po’ fare con lei

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Fa male lei. Pensare com’era. Com’è.
La sanità pubblica aretina, rifletterci fa venire in mente, ad esempio, i posti letto persi al San Donato.
Come un ex mandrillo che perde la ricarica di rifarci almeno una seconda volta.
Quando prima ne faceva 10 in una volta.
Fa venire in mente gli altri ospedali aretini.
In ognuno dei quali si acuisce la frustrazione della prestazione a cui non si rizza neanche più.

E dato che la sanità pubblica aretina è diventata una lei comandata a bacchetta dal Desideri – direttore generale della Asl d’Area Vasta – questa classifica è la nostra Hit Parade di chi, tra i nostri amministratori locali, c’ha il pugno grosso e il polso duro e chi invece fa un discorso microbico con cui non ce la può fare a difendere il nostro diritto alla salute!

La classifica parziale vede (momentaneamente) posizionato al 1° posto Luciano Ralli, PD:

ottimo dottore della sanità pubblica, il nostro campione è un consigliere comunale Dem.
Da anni impegnato nella vita politica, a livello di partito – il suo era lo stesso fino a non tante settimane addietro del governatore toscano (da cui Desideri dipende) prima che il Rossi entrasse anima e corpo nella scissione dai Dem di Renzi – e a livello comunale.
Non si sa dov’era fino all’altro giorno, fatto sta che non ha lesinato né pugno grosso né polso duro nei confronti del direttore generale della Asl.

Il 2° piazzamento lo merita Francesco Romizi, di Arezzo in Comune:

giovane – ma già con un passato d’amministratore di giunta al Comune d’Arezzo – non è stato all’altezza del più anziano Ralli.
Benché il Romizi ne dovrebbe sapere qualcosa direttamente, a livello personale, su come si fa a trombare bene bene qualcuno, la sconfitta subita alle ultime elezioni comunali gli ha insegnato poco, evidentemente. E, infatti, per trombare ha trombato il Desideri. Ma non a sufficienza.
Il Romizi deve imparare ad essere un pizzico più brutale.
Uomo e meno amico.
Per cui è vicecampione.

Li sfida entrambi il sindaco d’Arezzo Alessandro Ghinelli.
Civico, di Forza Italia (e scusate la contraddizione in termini):

Ci saremmo aspettati una gran carica dirompente dal primo cittadino d’Arezzo.
Anche nella sua performance di vertice della conferenza dei sindaci della Asl.
Organo del quale – in verità – non sappiamo dire se funziona ancora a dovere.
E invece, giudicate voi se la sua prestazione non sappia di loffio, a sentire questo suo discorso da sindaco:

“Il sistema sanitario aretino è entrato nell’area vasta del sud-est toscano in condizioni oggettivamente migliori degli altri due capoluoghi di provincia.
Noi siamo pronti a sostenere ogni aspetto che vada in direzione della maggiore efficienza del sistema e per questo confido nell’assemblea dei sindaci e delle sue capacità di pressione.
Temo che l’unico strumento sia proprio questo: procedere tutti assieme.
Anche perché lamento come la Regione Toscana sia sorda alle istanze provenienti dai singoli territori.
Nel ridisegno complessivo delle zone distretto socio-sanitarie ne abbiamo avuto la prova più emblematica: avevamo chiesto a più riprese che Arezzo restasse autonoma essendo numericamente autosufficiente e avendo servizi socio-sanitari di livello molto diverso da Casentino e Valtiberina.
La Regione, in massimo dispregio di tale unanime richiesta, ha accorpato Arezzo, Casentino e Valtiberina creando una zona-distretto di dimensioni enormi e del tutto disomogenea”.

Bisogna che il Ghinelli migliori e parecchio: dire, come ha detto, di essere pronto a “sostenere ogni aspetto che vada in direzione della maggiore efficienza del sistema” è il minimo che si può dire.
Essendovi in ballo il sacrosanto diritto alla salute della gente.

Cosa ci sarebbe da aspettarsi forse di sentirgli dire di essere pronto a sostenere ogni aspetto che vada in direzione “del peggioramento dell’efficienza della sanità?”.

Come suo solito il sindaco d’Arezzo si rifugia nelle petizione di principio.
Non passando mai dai preliminari a qualcosa di più sostanzioso.

Ed è per questo che la nostra Hit Parade lo classifica SCARSO. Ad un pelo dal catalogarlo come concorrente emblematico di PUGNO E POLSO MICROBICI.

Ma, ciò sarebbe equivalente ad espellerlo dalla classifica.

Cosa che il sindaco d’Arezzo non merita. Almeno del tutto.

Anche se,   mettendo la sua a confronto con le migliori performance – valse il primo posto a Ralli e il secondo a Romizi- la prestazione di Ghinelli è loffia parecchio.

Ma c’è di peggio:

come ad esempio il forzista Jacopo Apa.
E’ consigliere comunale di Berlusconi.
Partito avvezzo a creare ed accettare inciuci di tutte le risme con il PD.
Ma Apa, scendendo in campo contro la politica della Regione Toscana sulla Sanità Pubblica, tira fuori le palle contro il Ralli del PD.
Questi andato giù duro contro Desideri.

Come dire: Forza Italia ha nel dna il gruppo sanguigno più comunemente incline ad ogni sorta di compromesso,con la parte politica naturalmente sua avversaria.
Ma non quando si tratta di creare un fronte unitario a sostegno di un diritto generale come quello alla salute pubblica.

La Hit Parade non lo classifica per questo validissimo motivo per il quale, momentaneamente, sospende il giudizio su di un altro concorrente.

Si tratta di Roberto Bardelli, già consigliere comunale di Forza Italia ed ora del nuovo partito fondato da Alemanno e da Storace, appropriatisi unilateralmente del brand del sovranismo condiviso un po’ da tutta la destra politica italiana.

Bardelli non lo espelliamo dalla classifica, però.
Lo rimandiamo ad una prova d’appello.
Dopo le sue dichiarazioni omologabili a quelle del forzista Apa.

Crediamo, tuttavia, che il Bardelli sia recuperabile, dopo avergli detto:

Lei sta in una maggioranza a sostegno di un sindaco, e di altri eminenti rappresentanti del centrodestra aretino, il quale condivide con il PD la gestione al vertice di società e di consigli di amministrazione.
Ci aspettiamo da lei, Bardelli, un pizzico di frontismo in più.
Non solo quando c’è di spartire potere.
Anche quando c’è da difendere un diritto come la salute di tutti.
Altrimenti, lei, non è sovranista.
E’ un democristiano.

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Felice Cini
Felice Cini
Mi piacerebbe essere Tristano ma sono Felicino, vorrei essere qualcuno ma sono nessuno. Mi piacerebbe raccontare qualcosa di buono ma non ho argomenti. Vorrei un argomento positivo sul mondo che ci circonda ma non mi piace granché ciò che ci circonda. Scrivo su l'Ortica per la mia passione per ciò che non va bene. Mi assomiglia.

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