Pompato a mille da giornali e siti locali, è arrivato ad Arezzo lo Streetfood.
Senza ombra di dubbio però possiamo affermare che la montagna ha partorito il topolino.
A sentire in tv o a leggere sul giornale, è stato presentato come l’evento dell’anno, un occasione unica ed irripetibile per mangaire del cibo incredibile.
Poi, quandoi ti presenti al Parco Giotto e ti accingi a verificare la realtà dei fatti la delusione è cocente.
I prezzi del cibo sono il doppio o il triplo rispetto allo stesso mangiato nel luogo di origine, (sperimentato di persona avendo viaggiato abbastanza per l’Italia), con una qualità assai diversa.
La maggior parte dei furgoncini e apecar vende panini, hamburger e patate fritte e solo una parte minore è dedicata a piatti inusuali per la nostra zona.
Sette euro per una focaccia fredda (sarà veramente artigianale come scritto nel menù ?) con due fette di prosciutto, tre euro per una lattina di Coca Cola e sei euro per sette od otto olive ascolane fredde ed unte ci paiono una presa per i fondelli.
Allo stesso prezzo vai a mangiarti una pizza seduto, servito e riverito, anzichè accomodarti su tavolacci di legno pigiato con altre millemila persone.
Bellino il corso di yoga per mamme e bambini, il truccabimbi e i palloni regalati da Mondo Convenienza, gradevoli le solite cover band locali ma è troppo poco per gridare al miracolo.
Come sempre la pubblicità (pagata) ti mostra una cosa, ma i fatti sono sempre altri.
Purtroppo il sottoscritto non ha ancora digerito il panino, come forse altri malcapitati e quindi andrò a consolarmi al ristorante con pici, chianina e patate arrosto.