Guido d’Arezzo
(sec. XI)
Guido d’Arezzo, di cui sono incerti sia la data che il luogo di nascita – forse a Talla, nella provincia aretina, verso l’anno Mille – certamente fu monaco benedettino nell’Abbazia di Pomposa, vicino a Ferrara.
Chiamato ad Arezzo nel 1025 dal Vescovo Teodaldo, al Pionta, sul Poggio del Duomo Vecchio, svolse la sua opera di riforma della musica, con l’intento di facilitare la preghiera attraverso il canto.
Per dare un nome alle sue note, si servì di sillabe tratte dall’inno a S. Giovanni Battista, di Paolo di Warnerfrido (detto Paolo Diacono): “ UT (sostituito poi col DO) queant laxis REsonare fibris / MIra gestorum FAmuli tuorum / SOLve polluti labii reatum / Sancte Jhoannes” (Perché i fedeli sulla lenta lira / possano cantare le tue grandi gesta / sciogli la colpa dell’impuro labbro / o S.Giovanni).
Tramite il vescovo Teodaldo, fu ricevuto tra il 1030 e il 1032, dal Papa Giovanni XIX, che approvò questa sua geniale intuizione per cantare con metodo le melodie, senza più imparare a memoria ritmi ed intonazioni.
In seguito Guido lasciò Arezzo e probabilmente, in età non avanzata, morì a Camaldoli.