Ci risiamo, l’aretino perde il pelo ma non il vizio.
Un altra mangiata organizzata per fare guadagnare i soliti commercianti, sempre quei soliti, in Piazza Grande.
La Piazza del Gusto, nome altisonante, strombazzata dai soliti giornali e tv un pò lecchine come l’evento del secolo, si è rivelata, secondo molti, un fuoco di paglia.
I soliti banchini presenti a tutte le sagre cittadine (coinvolgere altre realtà no ?), un vento gelido, una manciata di tavoli buttata dentro la piazza, lo scempio delle auto di un concessionario parcheggiate a ridosso del Palazzo di Fraternita (ma che c’azzeccano?), mortifica lo scenario di un angolo che dovrebbe essere teatro e vetrina di eventi culturali e artistici, volano del turismo come si deve e non la solita sagra mascherata da evento.
Viene da pensare che agli aretini importa solo la porchetta e la chianina, il resto è noia, come recitava Califano, e l’accoppiata Commercianti – Comune questo lo sa benissimo e non cambia mai registro.
Solo mangiare, code di ore per un panino, ma pensare di affiancare anche uno o più banchini per la promozione culturale e artistica di Arezzo no?
Piazza Grande è una delle più belle piazze d’Italia, e usarla solo per le magnate rattrista….forse che Piazza del Campo a Siena o Piazza San Marco a Venezia sono soggette allo stesso trattamento? Bisogna rifletterci, mangiare va bene per carità, ma Arezzo non deve investire solo su quello.
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