È lassù al Duomo posto con lo sguardo a dominare la nostra città, fu fatto Cardinale, porpora che non abbandono’, quando per la morte improvvisa del fratello Francesco dovette succerdergli al comando del Granducato , terzo granduca, a 38 anni, ma per prassi, al fine di lasciare dei successori, dovette abbandonare l’abito eclesiastico e sposare, meno male, dico io, una Lorena, Cristina.
La Lorena gli dette ben 9 figli, questo la dice tutta, sulla sua repressione sessuale negli anni precedenti in porporato.
Gli succedette il primo genito, che prese il nome del nonno, Cosimo, quindi II.
Quel Cosimo primo che fece terminare la costruzione della fortezza riempiendo la piccola valle, dove era esistito il vecchio foro romano, dando continuità con una leggera pendenza tra la Cattedrale e l’ingresso della stessa.
Disegnata dal Sangallo, architetto e costruttore di carceri, fortezze, esempi di potere e costrizione: Poggio Imperiale, Castel Sant’Angelo, Carcere di Civita Castellana, Borgo di Sansepolcro, Fortezza vecchia di Livorno e altri edifici, ingegnere e direttore dei lavori che per Arezzo terminarono e furono ultimati solo nel 1560.
E quel Cosimo I che ci porto’ via la Chimera etrusca trovata nel 1553 in San Lorentino durante le fondamenta della stessa Porta.
La Fortezza, costruzione, più per intimare agli aretini un dovere di sudditanza, come il monumento a imporre il potere di Francesco con la città ai sui piedi, nella scalinata del Duomo, fatto dal francese Pierre Francheville poi chiamato Piero da Francavilla.
Il Rinascimento fu per Arezzo e gli aretini solo oppressione e dominio dei Medici!!
Comandando il trasferimento della Chimera a Firenze, e la sua acquisizione al patrimonio mediceo, si può dire che Cosimo I fu un pragmatico antesignano in materia di tutela dei beni culturali.