LE DONNE INCINTA DEL PETRARCA
A quel tempo la Filippi ‘un c’era, uomini e donne nemmeno, e le donne, come le galline nel pollaio a far uova, sfornavan figli a tuttospiano a mo’ dei musulmani.
Francesco non poteva sposarsi, in quanto chierico, mezzo prete e mezzo sergente della fede, ma il suo seme infiltro’ in grembi femminili riconoscendo due figli Giovanni e Francesca, certamente non di Madame De Sade, in quanto quella, per i 38 anni di vita fece 11 figli ( sold out). Continua a leggere
La mamma trasferitasi con Petracco in Arezzo per le diatribe tra guelfi bianchi e neri in Firenze, e per la precaria situazione, dei continui trasferimenti, fece solo tre figli, uno morto, l’altro Gherardo lo sforno’ ad Incisa nella vecchia casa dei nonni paterni.
Di Gherardo nato nel 1307, tre anni dopo Francesco, dopo esser canonico novizio, si rinchiuse in un convento, e di lì ‘un ne scappò mai.
Su di lei un mio cognomenantenatetto nel 1863 disse che non era Eletta Canigiani degli Aliprandini, ma Nicolosa Dei Vanni Singoli, era questo illustre storico, Fracassetti.
Indipendentemente dalle madri, che certamente non erano due, la figlia di Francesco, Francesca, sposò un funzionario della finanza dei Visconti, e fece 8 figli.
L’altro figlio, Giovanni, gli fu dato un posto da canonico, ma aveva idee politiche troppo repubblichine e gli fu tolto, e dopo poco gli prese la peste e morì.
In conclusione madre, amante e figlia, 22 figli, 2 riconosciuti ce li mise lui, senza considerare gli altri prolifici incontri, siamo a 24, diviso per tre donne, 8 a testa!!.
LAURO O BEATRICE DUE DONNE DUE AMORI DIFFERENTI
Alcuni si domanderanno chi era “Lauro”, ebbene così chiama il suo amore Francesco.
All’età di 24 anni l’ incontro con la diciassettene, già sposa da tre anni, del notabile Hugo De Sade.
Un viso dolce, ma allo stesso tempo mostrava la malizia del potere femminile, aveva, la prima volta che la incontro’, un vestito con fianchi alti e uno scialle di lana color porpora, che lasciava intravedere quegli occhi e il nasino all’insù, oltre i boccoli biondi angioini. Continua a leggere
Il povero Francesco Petrarca che al seguito di Clemente V, con la famiglia, si erano spostati ad Avignone, dove sto’Papa successore di Bonifacio VIII, aveva sopostato la sede del Papato.
Tornando in primis a Francesco, questi era nato ad Arezzo il quel terzo anno dopo il 1300, cioè nel 1303, o 4, come alcuni dicono, in quanto suo padre notaio, guelfo bianco, era dovuto uscire esule da Firenze e che poi segui’ con tutta la famiglia il trasferimento del Papa ad Avignone,
Quindi casualmente Petrarca é nato ad Arezzo come Michelangelo a Caprese e lo stesso Vasari, non sono di stirpe aretina.
‘Sto Clemente V dette la caccia ai cavalieri templari che erano in Francia, per motivi finanziari (tesoro dei templari) in quanto decenni prima lo Sciarra, Giacomo Colonna, aveva derubato il banco del Vaticano con una rapina (le casse del Vaticano sono sempre state il via vai della malavita da allora ai Sindona, Calvi e pure dopo).
Non era un deliquente questo Colonna ma vi erano contrasti tra la famiglia Caetani, guelfa come gli Orsini, e quella dei colonna Ghibellini, e questo Papa distrusse tutta la rocca di Palestrina di proprieta dei Colonna..( Schiaffo di Anagni)
Ritornando a Petrarca, era divenuto in “cuccolo” del successore di Clemente V, Giovanni XXII, che lo voleva prete, ma sta’ infatuazione sessuale verso la fanciulla, che figlio’ diverse volte e che poi si ammalo’, morendo a soli trentotto anni, lo distolse dalla carriera ecclesiatica.
Che ci siano stati dei rapporti carnali, tra i due, non si sa’, ma vertamente aveva visto la sua bellezza sfiorire per i parti e le malattie, certo gli piaceva il corpo, il suo viso le sue zizze a coppa di champagne, ma era un amore, una passione carnale insita nella natura del maschio, forse questo aveva solo preso dai natali in Arezzo.
Alcuni dicono che Madame De Sade sia stata integerrima, ma lui qualche volta si arrabbiava della sua abilità di farsi filare, talvolta lo guardava con sorrisi di sotterfugio e altre volte non lo considerava affatto, ah!, le donne!
Mentre quell’altra de’ Firenze era una santificazione ideale di quel mezzo prete di Dante, manco l’aveva toccata, come se io considerassi Belen la mia dea ispiratrice, il mio fine ultimo; eppu’ al dunque ‘un compiccerei niente,…… è proprio vero le donne ne sanno una più del diavvelo te fanno sperar e se la tirano per la lunga o manco te considerano…. ” Alo’, Alighieri, meglio fare un girone a carte, trovati un compagno, che vado a prendere il mazzo, dopo anche Francesco e te, bussete al tavolo!!?