Si è tenuta in Piazza S. Agostino una assemblea pubblica dal titolo “Una città per cambiare” organizzata dal gruppo consiliare Arezzo 2020 per tastare la possibilità della formazione di un cartello elettorale che contrasti il dominio della destra ad Arezzo.
La luna piena splendente accanto al campanile della chiesa sembrava incoraggiare i partecipanti.
Sara Nocciolini, presentatrice della serata, ha introdotto l’ospite della serata che era il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi.
Sentendo le sue iniziative e i risultati della sua amministrazione, tra le quali un bilancio partecipato a livello di quartiere, molti presenti pensavano con rabbia al nostro sindaco assente e ad una gestione della città senza prospettive.
Ci ha pensato Francesco Romizi a ricordare tutte le mancanze e gli scempi che hanno caratterizzato questi anni di gestione amministrativa ed un evidente scollamento tra amministratori e popolazione.
Una città abbandonata, piena di buche ed opere pubbliche ferme come la caserma di via Fabio Filzi mai fatta ma comprata con soldi pubblici.
Una città a misura di ristoratori per turisti mordi e fuggi che vengono per i mercatini e non per le opere artistiche che caratterizzano il nostro territorio.
La formazione di vari comitati, dice Romizi, è la dimostrazione che qualcosa sta cambiando, dal comitato per il “puzzo” a quello sulla manutenzione di Villa Severi.
Infine un appello accorato alle forze di centro sinistra per unirsi in previsione delle prossime elezioni anche se ancora mancano due anni, in modo da non trovarsi impreparati.
E il problema è proprio questo: la malattia infantile della sinistra.
C’è stata una certa disponibilità dei 5 Stelle con Tommaso Pierozzi, oltre che del PD con Donato Caporali.
Poi sono venuti i distinguo da Italia Viva, da Alessandro Facchinetti per il partito comunista (ancora esiste?) da Alessandro Cardone per Rifondazione Comunista e da Azione, anche se Franco Romagnoli parlava a titolo personale, precisando che il puzzo riguarda il compostaggio e non il termovalorizzatore.
Si è avvertito, inoltre, una certa insofferenza per chi si è già proposto come candidato sindaco.
Il riferimento è a Marco Donati di Scelgo Arezzo, che infatti non c’era.
Insomma, anche se vuol essere l’inizio di un percorso, sono mancate idee forti che possono scaldare il cuore.
È sembrato che gli oratori guardassero il dito e non quella bella luna che continuava a brillare sulla guglia della chiesa di S.Agostino.