Non uso la paola “moderno” ma “contemporaneo” : vivere in modo consapevole, il presente. “Omnia cum tempore”: c’è un tempo per ogni cosa.
E con Orazio viviamo il senso vero di “ Carpe diem, quam minimum credula postero –
Cogli l’attimo, confidando il meno possibile nel domani”.
Collego a queste frasi la perdita della memoria a breve termine.
La memoria a breve termine conserva le nuove informazioni per circa 20 secondi, poi se vengono elaborate in modo profondo (reiterazione elaborativa) passano alla memoria a lungo termine, dove si conservano per un periodo di tempo lungo (ore, giorni, mesi, anni), altrimenti vengono meno.
Noi perdiamo la memoria a breve termine perché viviamo senza rendersi conto di vivere. Scivoliamo sul presente.
Galleggiamo nel presente senza radici.
La fretta non lascia traccia in noi.
Non resta nulla.
Non e’ che perdiamo la memoria, e’ che noi non creiamo la memoria.
Ricordiamo quando si studiava una poesia a memoria: si leggeva e si ripeteva più volte e a voce alta.
E ancora oggi ricordiamo la poesia.
Il conformismo non crea memoria.
E’ “mettere la testa” sul nostro vivere che crea la memoria a breve termine che elaborata si conserva come memoria a lungo termine.
Dalla CONTEMPORANEITÀ’ alla NEUROPLASTICITA’.
Il nostro cervello ha avuto in dono dalla natura la neuroplasticita’.
I neuroni cerebrali nel ricevere le stimolazioni sensoriali esterne riescono ad elaborare nuove sinapsi in grado di collegare più neuroni tra loro.
E’ un dono vitale di evoluzione naturale.
Noi Umani siamo in grado di conoscere la realtà quotidiana che cambia, di adattarsi al cambiamento per sopravvivere.
L’evoluzione passa dal cervello, organo composto di materia in grado di trascendere la materia per produrre arte, poesia, musica, amore…spiritualità, intelligenza, coscienza…
Il cervello alla nascita ha la stessa struttura anatomica di millenni fa.
Il miracolo e’ che questo cervello – hardware e’ soggettivo perche’ ciascuno ha il suo DNA. Ciascuno poi agisce sul suo hardware con la sua vita, con la sua conoscenza …cultura e può modularlo.
La vita e la cultura sono software.
La cultura intesa come esperienza globale individuale genera una specifica neuroplasticita’.
Ciascuno ha il suo cervello, la sua neuroplasticita’, il suo software perché ciascuno ha la sua vita.
La Natura ha preferito ed esalta la diversità come via allo sviluppo della vita biologica. Osserviamo la contemporaneità dominata dal conformismo prevalente e dalla pigra inerzia “sedentaria” dei social.
La salute culturale e’ vivere la contemporaneità, avere le categorie mentali per leggere la realtà che passa davanti a noi ogni giorno.
Il conformismo compromette la salute culturale, non genera la capacità di vivere la contemporaneità.
Non genera memoria.
Più informazioni immettiamo nel cervello, le più diversificate, più si sviluppa la neutoplasticita’.
Il futuro e’ dentro di noi.