Apprendiamo con piacere del ritorno in città di don Danilo, che il vescovo Andrea ha destinato alla guida della popolosa parrocchia dell’Orciolaia dove, si ricorderà, ha trovato la morte don Agapito messo lì dall’imprudente ed egoreferenziale pensionato che, in quattordici anni, ha raso al suolo questa Diocesi con la compiacenza di molti lecchini che ora lo rinnegano.
Orbene, non è certo piacevole raccontare di quel che fu, ma non possiamo esimerci dal farlo visto che Andrea, dopo un anno, è ancora al palo se non fosse per gli spostamenti di questi giorni, ben cinque con don Danilo.
Andrea datti una mossa e prendi in mano la situazione perché, come si dice da queste parti, più la rumi e più puzza; poiché come veniamo a sapere noi di certi fatti li sai anche tu.
Ad esempio, ciò che accade nella parrocchia di Santa Croce non è certo edificante per questa Chiesa locale tutta da riedificare in termini di fedeli.
L’attuale parroco, anch’egli nominato dall’innominabile dopo aver cacciato ben due bravi sacerdoti amati e rispettati dai parrocchiani, poiché allevato alla scuola di riccardo (la erre piccola è voluta) sta facendo di tutto per demolirla definitivamente visto l’edificante esempio.
Sappiamo di allontanamenti e veti di mettere piede in parrocchia, sappiamo di una allegra gestione di fondi; se il precedente parroco, don Alessandro aveva lasciato le casse attive con 7mila euro mentre, come risulta dall’ultimo resoconto economico, a fronte di 30mila euro in entrata (non ci è dato sapere se sono conteggiati anche i 7mila) ne sono usciti 28.950 senza che siano dettagliati per cosa.
Un modo di amministrare e di fare non certo consono ad una istituzione religiosa, che dovrebbe accogliere ed essere trasparente visto che questi geni li dovrebbe avere nel proprio DNA.
Ed allora, un anno è trascorso dedicandolo alla perlustrazione ora, se permetti, caro Andrea inizia a ramazzare è a svolgere con diligenza il ruolo che ti è stato affidato.
