La notizia che il Vice Sindaco del Comune di Arezzo, nonché Assessore alle Opere pubbliche, Manutenzione, Politica delle frazioni, Mobilità e traffico, Finanziamento UE, Giostra del Saracino, Gianfrancesco Gamurrini è stanco (non stentiamo a crederlo, con tutte queste deleghe !!) e lascia la politica, ha gettato nel più profondo sconforto la cittadinanza aretina ed, in particolare, noi dell’Ortica, che perdiamo uno dei bersagli preferiti delle nostre punzecchiature.
Chissà come faremo senza di lui !
Non potremo più provare l’ebbrezza delle cerimonie e delle conferenze stampa organizzate a raffica per avvenimenti ed argomenti anche insignificanti.
Non avremo più il piacere di vederlo ogni santo giorno nei social e nelle televisioni locali, mentre, da solo o in compagnia del suo Capo, esalta questo o quell’intervento di manutenzione, guastando il fegato degli aretini, che, alle prese da quattro anni con strade dissestate e ripetutamente allagate, non possono fare a meno di mandarlo gentilmente a quel paese.
Non potremo più plaudire al suo cesarismo (rectius: salvinismo, ora più confacente al personaggio) nel perseguire e realizzare progetti di grandiose opere pubbliche, cosa, peraltro, di per se impossibile, dato che questa Amministrazione, a differenza di tutte, o quasi, quelle che l’hanno preceduta (anche quelle del cosiddetto Fanfaniente), nessuna opera pubblica di una certa importanza o degna di memoria ha realizzato.
Dovremo rassegnarci a non vedere più il nostro Assessore aggirarsi con la motosega per i Giardini del Porcinai in cerca di qualche leccio secolare da tagliare (i lecci tirano un sospiro di sollievo e sentitamente ringraziano).
Di tutto questo e di molto altro, purtroppo, a breve, dovremo farcene una ragione, ma sopravviveremo.
In chiusura di queste note di triste commiato, non saremmo intellettualmente onesti, se non dessimo a Cesare quel che è di Cesare e, quindi, diamo a Gamurrini, senza alcuna ironia, quel che è di Gamurrini, ovvero il merito di aver finalmente portato a compimento, pur con qualche pecca dovuta all’essere uomo di parte, quella riforma istituzionale della Giostra del Saracino da molti anni e da più parti auspicata, che ha ricondotto all’interno dell’Amministrazione Comunale la gestione e l’organizzazione in tutti i suoi aspetti della più importante manifestazione aretina ed ha risolto la spinosa questione del conflitto di interessi dei Rettori dei Quartieri, ora non più controllori ed, al tempo stesso, controllati.
《Il 'governo' della festa [del Palio] è dall'inizio dell'Ottocento gelosa prerogativa dell'amministrazione comunale [di Siena]》. Bene ha fatto l'amministrazione comunale di Arezzo a ingelosirsi anch'essa: del 'governo' del Saracino. Resta aperta la "questione" dei confini di Quartiere; i confini delle Contrade furono definiti nel 1729 dalla governatrice di Siena, la principessa Violante di Baviera. A distanza di quasi tre secoli, un discreto numero di senesi vengono ancora battezzate col nome di Violante; chissà che da ora in poi, per la riforma istituzionale della Giostra, il cui merito è qui giustamente ascritto a Gamurrini, il nome Gianfrancesco non registri un deciso incremento tra i battezzandi aretini?!