La stampa locale, più che la cittadinanza, ha esaltato a più non posso in questi giorni l’edizione 2018 del festival musicale Mengo, andando a scomodare persino Arezzo Wave.
Qualcuno addirittura si è spinto oltre, affermando che questa edizione si appresta ad essere una cosa superlativa, il meglio del meglio in ambito musicale mai visto in città.
Al sottoscritto il Valenti sta molto antipatico, ma obbiettivamente paragonare una chicca come Arezzo Wave con il Mengo è come dire che la crema di nocciola del discount è meglio della Nutella.
Il Mengo propone nei quattro giorni artisti che definire di medio calibro è un complimento, Gemitaiz è forse l’unico nome conosciuto dall’aretino medio, ma francamente Paletti, Cosmo, Willie Peyote o Selton paiono più nomi di personaggi dei fumetti che famosi musicisti.
Arezzo Wave seppe portare in città artisti di fama mondiale ed internazionale come Skin, Jovanotti, Elio e le Storie Tese, Nick Cave, Moby, Beh Harper, tanto per citarne alcuni, senza dimenticare edizioni del Play Festival con Deep Purple, Peter Gabriel, Litfiba.
Oggi dobbiamo avere Paletti ed esaltarci.
Forse in tempi di scarsità di offerta anche una cosa media sembra oro, onestamente tutta questa euforia per un festival abbastanza anonimo ci pare eccessiva.
Purtroppo in questi anni bui del governo Ghinelli l’offerta musicale, come quella culturale, sembra abbastanza scarsa e un Mengo sembra un faro nel buio quando solo nel 2005 o 2006 questa manifestazione sarebbe stata una delle tante “minori” in città.
Ben venga anche il Mengo, ci mancherebbe, ma dare una giusta valutazione è doveroso, altrimenti si rischia di andare a…raMengo.
Davvero interessante 🙂 Grazie
Finalmente qualcuno che dice una cosa vera !!!! Questi concerti del Mengo se avevi più di 18 anni manco conoscevi i gruppi che suonavano.
Rimpiango i grandi nomi di Arezzo Wave, almeno erano per tutti, dai più giovani a chi magari aveva 50 anni….Secondo me tutta l’esaltazione che gli hanno fatto a sto Mengo è sopravvalutata.