Erano i primo di Luglio del 1956, tra due ali di folla su una Studebaker rossa con interni in pelle bianca fino a piazza San Francesco e poi su verso il Comune, arrivò il nostro Mario D’Agata, campione mondiale dei pesi Gallo, aveva sconfitto all’Olimpico di Roma il francese Cohen per KO Tecnico alla 7 ripresa.
Poi ad Agosto era al bagno Buoniamici di Lido di Camaiore.
Il pugile aretino, sordomuto, che l’anno prima era stato colpito accidentalmente da un fucile da caccia al petto.
In quell’epoca poche erano le palestre, quella Petrarca, dove c’era il maestro Giuliattini, dopo qualche anno innaugurarono la Palestra di San Lorentino, del Coni, e lì Brandi, Bianchini e altri si allenavano al secondo piano, io frequentavo un corso di Ginnastica Artistica, diretto dal Pasquini, ma solo per pochi giorni, in quanto, dopo aver finito una lezione, andando di sopra mi volli mettere i guantoni e maschera, ma in tempo di 20 secondi ero già al tappeto con il naso sanguinante e meno male, che gli altri continuarono ad allenarsi.
Circa dieci anni dopo ci fu la battaglia al Rastrello di Siena e pur prendendo una ombrellata nel capo, vidi un mucchio di corpi stesi, dalla abilità pugilistica di chi aveva continuato l’attivita, e anche con notevoli successi.
Tornando a Mario, fu depredato, circa un anno dopo, a Parigi al palazzo dello Sport, fecero saltate la luce per non far perdere un pugile francese, Alphonse Halimi, che ne buscava di santa ragione e dopo 8 minuti dagli spogliatoi, torno’ come se lo avessero ricaricato, allora non c’era l’antidoping!!