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lunedì, Aprile 1, 2024
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Aretini in cabina elettorale sull’orlo di una crisi di nervi

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C’era da aspettarselo.
A pochi giorni dalle elezioni il clima si fa rovente, le squadre prendono posizioni e guai a criticare questo o quel politico che viene visto come un santino.

Ops, scusate ho parlato di squadre, proprio ora che l’Arezzo calcio rischia il fallimento dopo che un certo Matteoni, romano, aveva fatto promesse proprio come un politico qualunque.

La capacità di critica è soppiantata dalla banalità del qualunquismo più esasperato.
Si crede a tutte le fake news, che poi sarebbero “baggianate”, ma che fanno tanto bene all’intestino producendo scoregge a non finire.
Nessuno che si chieda dove ci vuol condurre questo o quel partito, ma si preferisce guardare solo i leader (madonna, che parola grossa per dei pigmei), se sono simpatici od antipatici, come se ci si dovesse fidanzare.

Eppure gli aretini erano considerati un popolo ostico, di difficile presa, che non si faceva “coglionare”.

Peccato che in questi anni della giunta Ghinelli (che porti sfortuna?)
Arezzo è sprofondata nell’abisso più completo, da Bancaetruria alle aziende tessili, ai mobilifici, alla crisi di un commercio che rischia di continuare a far chiudere decine di negozi che non siano grandi catene in franchising, ed ora ci hanno cuccato anche il pallone.

E non si vede nessun condottiero, tra tutti i candidati alle elezioni, che possa difendere con coraggio e competenza questo territorio.

Stanotte ho sognato che eravamo al 4 marzo.
Arrivavo al seggio dove salutavo per l’ennesima volta la presidente (avete notato, non cambiano mai neanche loro, tutto sempre uguale), prendevo il lapis ed entravo nella cabina elettorale.
Chissà perché quel lapis prendeva la forma di una supposta ed io sudando leggevo e rileggevo i simboli, le coalizioni, ripassavo la legge elettorale che nessuno ha capito. Dall’esterno la presidente mi diceva, fai pure con calma tanto non c’è nessuno in fila, e dopo un po’: va tutto bene, ti senti male?
Io con quella supposta in mano ho cominciato a tremare, e nella mente mi passavano tutte le ore trascorse a guardare LA7 con le immagini dei politici che sarebbero andati in Parlamento, in gran parte gli stessi di questa legislatura, anzi ancora più vecchi, più condannati, più inaffidabili.
Vedevo Formigoni e Brunetta, Scilipoti e la mummia risorta grazie al “bomba” di Rignano. Guardavo a destra, a sinistra ed al centro, ma gli occhi roteavano inutilmente, quasi impauriti.

Poi con piglio, avevo deciso di utilizzare quella matita a forma di supposta nel suo modo più congeniale, proprio dove vanno le supposte, quando la sveglia mi ha riportato alla realtà.

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Luciano Petrai
Luciano Petrai
Di professione “curioso”, ha attraversato negli anni ’80 le speranze ecologiste collaborando attivamente con gli Amici della Terra – Italia. Ha cavalcato le delusioni politiche e sociali attraverso una buona dose di auto-ironia e di sarcasmo. Attualmente fa parte della redazione del periodico “Essere” ed esprime note e lazzi in una frequentata pagina facebook . Ed ora l’esperienza ne “L’ortica” per continuare a pungere divertendosi.

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