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domenica, Marzo 31, 2024
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Una serata ad Arezzo tra Di Maio e De Andrè

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C’è qualcosa sotto le coperte di questa città che sta bollendo.
Quasi un volersi riscattare dalle troppe sagre della nana che l’hanno caratterizzata in questi ultimi anni.
In mattinata la Corte europea aveva sanzionato l’Italia per la produzione, troppo abbondante, delle quote latte.
NO, non il latte delle mucche ma il troppo latte sui coglioni che questa campagna elettorale ha fatto produrre agli italiani.

Ma ieri sera, passando da via Leone Leoni vedevi una notevole coda di cittadini che entravano alla Casa delle energie per ascoltare Di Maio.
E non erano solo i risparmiatori azzerati di Bancaetruria a cui era dedicata la serata ma anche commercianti, professionisti più o meno noti e cittadini comuni, quelli che non avevano mai partecipato a riunioni politiche.
E a differenza dell’ultima venuta di Renzi sempre su quel luogo, non c’erano migliaia di poliziotti, il cancello era aperto ed anche i cani potevano entrare.

E Di Maio, vestito come un rappresentante del “folletto” (dal vivo sembra veramente un ragazzo), non ha deluso i presenti non sbagliando nemmeno un congiuntivo ed avendo buon gioco su chi, veramente masochista, candiderà la Boschi, aretina, a Bolzano forse per accordi presi con il mercatino tirolese.

Poi la serata ha preso un’altra piega quella a noi più congeniale. All’Eden, stracolmo, si proiettava il film su De Andrè “Principe libero”, perché è di libertà che abbiamo bisogno, ma di quella vera, di quella che non accetta compromessi, che si impasta di errori e di sentimenti, che ti fa male allo stomaco ma ti fa vivere da protagonista.

Perché: Se nei vostri quartieri
tutto è rimasto come ieri,
senza le barricate
senza feriti, senza granate,
se avete preso per buone
le “verità” della televisione
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti.
Ma qualche luccicone scende quando senti attaccare:
Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai…

Sarà che siamo legati ad un passato che non è mai passato, sarà che questo tempo ci fa tristezza per la sua miserrima qualità, ma il film su De Andrè ci è sembrato darci la migliore risposta politica del momento:
la volontà di essere noi stessi, senza false impalcature, senza inutili compromessi, con la fatica e la pazzia di sentirci liberi.

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Luciano Petrai
Luciano Petrai
Di professione “curioso”, ha attraversato negli anni ’80 le speranze ecologiste collaborando attivamente con gli Amici della Terra – Italia. Ha cavalcato le delusioni politiche e sociali attraverso una buona dose di auto-ironia e di sarcasmo. Attualmente fa parte della redazione del periodico “Essere” ed esprime note e lazzi in una frequentata pagina facebook . Ed ora l’esperienza ne “L’ortica” per continuare a pungere divertendosi.

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