Tutto ebbe inizio con la cicogna che all’inizio dell’anno lasciò un cicognotto sul tetto del palazzo di Via Calamandrei da dove Padoan e Bankitalia avevano sloggiato BancaEtruria. Povero pulcino, fu battezzato con un nome per niente originale: lo chiamarono Nuova Banca Etruria.
Era un soprannome, tanto per chiamarlo in confidenza. Perché all’anagrafe risultava un nome che sembrava quello della pubblicità di qualcosa di buono da mangiare: Good Bank. Da non confondersi con qualcosa di cattivo come la Bad Bank, come era stata ribattezzata la Vecchia BancaEtruria.
Chiarito che il cicognotto si chiamava Good e non Bad, c’era da allevarlo. La cicogna aveva da consegnare altri tre cicognotti a Ferrara, nelle Marche e a Chieti, tre gemelli di quello di via Calamandrei tutti con lo stesso nome: Good secondo, Good terzo e Good quarto.
A dir la verità al battesimo non fu invitato nessuno, anche perché dentro la Good Bank era vietato da Bankitalia l’ingresso dei 62mila soci che avevano fatto crescere a loro spese BancaEtruria e che erano già stati messi alla porta, così come le migliaia di risparmiatori che avevano comprato le obbligazioni timbrate da Bankitalia che ora nega di averle timbrate tutte. Per questo ha fatto e sta facendo tante storie per far riavere i loro soldi agli obbligazionisti.
Ad allevare il cicognotto spennacchiato Bankitalia mandò un suo banchiere di Saluzzo con l’incarico di amministratore delegato: ma giusto per imbeccare il pulcino in attesa di trovargli una mamma e poi fare tanti auguri a lui e alla mamma. E’ proprio quello che l’Ad Bertola di Saluzzo ha fatto appena ha letto sui giornali che la mamma sta per arrivare: proprio per Natale. Giorni giusti per gli auguri non solo di Buon Natale, ma anche di buon lavoro.
La mamma viene da Bergamo e, visto che sta per arrivare la legge che permette di dare al figlio il cognome anche della mamma, il cicognotto si chiamerà Ubi Banca.
E’ una mamma ricca, ma si sa i bergamaschi sono come i genovesi: più ricchi sono e meno regalano.Figuriamoci poi se sono banchieri. Hanno messo subito le carte in tavola: per venire ad Arezzo e per andare nelle Marche e a Chieti, ci vuole almeno il rimborso spese. Più di un euro Ubi Banca non ci mette.
Prima di partire ha voluto essere sicura che Babbo Natale non arrivasse con il sacco vuoto, ma con almeno 300 milioni e qualche bonus a scalare come un ricco credito di imposta.
E infatti arriva, ma prima passi Papà Natale. Intanto riceve anche gli auguri, quelli dell’ad mandato da Bankitalia: che non si dimentica, però, degli obbligazionisti.
Anche a loro fa gli auguri perché vengano tutti rimborsati. Lui, quando arriva Ubi Banca sta qualche mese con lei e poi riparte.
Il futuro del cicognotto Nuova Banca Etruria sarà in mani buone: ma questo c’era già scritto nel biglietto di presentazione che aveva lasciato la cicogna: “Nuova Banca Etruria è il futuro delle nostre tradizioni”.
Ora il futuro si chiama Ubi Banca. Ma a quel tempo nessuno poteva immaginare che le nostre tradizioni fossero radicate fino a Bergamo.
E poi fino a Bèrghem de Hura e Bèrghem de Hota? Che nel dialetto orobico che dovremo imparare significa Bergamo di sopra o Bergamo di sotto?
(A Bergamo c’è la “Città Alta”, chiamata dai bergamaschi “Berghem de Hura”, e la “Città Bassa”, chiamata invece “Berghem de Hota”. )