Quando Dio distribuiva l’intelligenza, molti erano al bar a fare colazione o al bagno a fare pipì.
Sicuramente quelli che esultano e si compiacciono per il nuovo treno che da Stia arriva a Firenze, nuovo “fiore all’occhiello” di LFI e vanto di alcuni politici locali.
la tabella tecnica parla di una partenza alle ore 6,57 dalla stazione di Stia, arrivo ad Arezzo alle 8,04 per poi ripartire in direzione Santa Maria Novella, con arrivo nel capoluogo alle 9,27.
Se la matematica non è un opinione, dalle 6,57 alle 9,27 significa che il trenino ci mette circa 2 ore e mezzo per fare il suo percorso.
Quindi, un casentinese che vuole arrivare a Firenze alle 9 e 27 come minimo si deve alzare alle 6 del mattino, lavarsi, vestirsi, arrivare alla stazione, fare il biglietto e poi partire.
Gioire di una cosa del genere è pura follia, considerando che poi ci sono le fermate intermedie di Montevarchi, San Giovanni Valdarno, Figline Valdarno e Firenze Campo di Marte, oltre ad eventuali e sicuramente presenti ritardi.
Ma poi, a chi dovrebbe servire il treno?
Un arrivo alle 9 e 30 a Firenze è fuori orario per l’ingresso in uffici, fabbriche e negozi e quindi l’utenza che lo userà sicuramente sarà ridotta.
TRE ORE di treno circa nel 2017 considerate un successo, quando in auto in 1 ora e 15 minuti fai lo stesso percorso, pone degli interrogativi su cosa passi nella testa di certa gente.
Nello stesso tempo, ma anche meno, secondo calcoli, un cicloamatore ci arriva in bicicletta passando per la Consuma.
La prossima volta magari per inaugurare una tratta Arezzo – Perugia la linea potrebbe passare per Trento, virare verso Modena, poi tornare a Grosseto, curvare verso Viterbo e poi risalire a destinazione.
Collegare il cervello prima di parlare è un consiglio che ha sempre funzionato, ma poco seguito aihmè.