La sera scorsa una lettrice, commentando un nostro post, con il quale ironizzavamo sul mare di acqua, che stava accogliendo i turisti alla Stazione Ferroviaria di Arezzo, ci ha fatto sapere che a volte l’ironia da’ fastidio.
A parte il fatto che alle 19.20, quando il post è stato pubblicato, non si conosceva ancora la grave entità dei danni alle persone ed alle cose causati dal maltempo nel Comune di Arezzo, abbiamo risposto che L’Ortica ha l’ironia, diciamo così,…per Statuto, che ironia non sarebbe, se non desse fastidio ad alcuno e che il problema è risolto, andando a leggere altrove.
Magari quell’altrove, che consigliamo vivamente, potrebbe essere il “maggior” quotidiano locale, che, nei suoi odierni articoli di resoconto (a bocce ferme) delle drammatiche ore vissute dagli aretini, non ironizza, né infastidisce, allorche’ fa abbondante uso di sagaci ed appropriate similitudini, allegorie, immagini e parallelismi, quali le seguenti:
” Le acque spalancano il portone della Pieve antica come fosse il separè di Madama Butterfly “…”La Messa non è finita e nessuno se ne va in pace”…”Una chiesa con i torrenti puntati alla tempia.
Bagnoro conferma più che mai suo «toponimo», somiglia ad un angolo di Polesine, a quelle scene con il grande fiume che si allarga nei campi”….”tra le pieghe del mini Polesine, tra gli anfratti del «grande fiume»”…
“La città barcolla come sotto un destro di Rocky.
Alla Stazione il sottopasso si riempie come una vasca di pesci rossi: lo vuotano, viene riaperto ma l’acqua continua a scivolare giù dalle scalinate di Campo Marte come nelle cascate di Plitvice.”…
“Solo qualcuno si concede un filo di ironia: ad esempio un pensionato, che davanti al lago artificiale di via Alessandro Dal Borro si arma di canna da pesca e si fa fotografare mentre pesca.”
Al bando, dunque, l’ironia e la satira de L’Ortica ed evviva la metafora di buon gusto degli altri, anche se, a nostro modo di vedere, più che alla meta…fora, siamo – detto all’aretina – al “tutto de fora” !!
Si chiama “spirito di patate”. È l’effetto risultante quando si svolazzi tra cronaca e storia; tipico del gracchio che si crede aquila.