Ero piccolo scolaro di Santa’Agnese, scuola elememtare, ma anche di vita, c’era da fare a botte ogni mattina, qando i putiniani di allora, iniziarono a sparare cannonate con i carri armati, contro le barricate degli ungheresi a Budapest, quando il mi’ babbo mi portò ad un comizio in Piazza San Francesco di Amintore.
No, non era un democratico cristiano, sì cristiano di fede religiosa , ma non dello scudo crociato, un liberale, si conoscevano da vecchia data, erano tornati l’8 settembre da Livorno insieme, Fanfani rietrava dalla Sardegna.
La piazza era piena zeppa, io ascoltavo la voce e non capivo niente, però mi interessavo al modulazione del tono, prima quasi impercettibile con degli sbalzi imorovvisi per poi concludere come una rappresentazione di fuochi d’artificio.
Qualche anno dopo mi recavo ad ascoltare Paietta in Sant’Agostino, erano tutti eccezionali, Ingrao, Almirante, vidi lanciare molotov ad un comizio del Ghinelli, mi piaceva la calma eliquente di Lama con la sua pipa, e lo seguivo come anche dopo Berlinguer, quando erano in televisione, e che dire della nenia ironica di Anfreotti.
Ora son tutti di tutto, che un ce capisci niente, sottane, pantaloni, grilli e cicaline, verdi, gialli, rossi e alcuni che per parte politica non ti aspetti son diventati più neri dei fascisti di un tempo, e reprimono la libertà di parola e di pensiero, come ciuchi e davanti la carota!!?.