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Il Garante dei diritti degli Anziani di Arezzo sostiene l’inclusione dei nonni nei criteri di accesso ai servizi educativi

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In un periodo contrassegnato da tensioni e divergenze politiche riguardo all’inclusione dei nonni nei criteri di accesso ai servizi educativi, l’Avv. Silvia Antichetti, Garante dei Diritti degli Anziani del Comune di Arezzo, esprime la sua posizione a favore di questa proposta. In un comunicato ufficiale, l’Avv. Antichetti sottolinea il suo ruolo di difensore dei diritti e della dignità degli anziani, presentando quattro punti chiave a sostegno dell’iniziativa.

Carico di cura familiare
La prima ragione addotta è la consapevolezza del diverso carico di cura che le famiglie possono sperimentare.
La gestione contemporanea di un bambino piccolo e di un nonno disabile o malato rappresenta una sfida unica, spesso più onerosa rispetto a quella di famiglie con un solo bambino.
La presenza di nonni in grado di offrire supporto allevia significativamente il peso della cura familiare, consentendo alle famiglie di partecipare più attivamente alla società.

Applicazione di criteri di buon senso
La seconda ragione si basa sull’osservazione che criteri simili sono già in vigore in varie città della regione, dimostrando la validità e l’allineamento con il buon senso.
Questa coerenza indica che la considerazione della condizione dei nonni è un principio consolidato, riconosciuto trasversalmente come fondamentale per garantire un adeguato supporto alle famiglie.

Ruolo centrale dei nonni nelle famiglie
Il terzo punto sottolinea il ruolo centrale dei nonni nelle famiglie, non solo per l’aiuto che possono offrire, ma anche per l’aiuto che possono necessitare e che è loro diritto ricevere. La proposta riconosce l’esistenza di criteri per stabilire priorità, sottolineando la maggiore criticità delle famiglie che si occupano di persone anziane o disabili.

L’irrinunciabile legame con la rete affettiva
Infine, va evidenziato che la proposta non cerca di confondere i servizi educativi con la rete affettiva delle famiglie, ma piuttosto riconosce l’importanza di mantenere questa distinzione.
Al contempo, sottolinea la necessità di adottare criteri che riflettano le esigenze specifiche delle famiglie che si occupano di nonni anziani o disabili.

In conclusione, l’Avv. Silvia Antichetti sostiene che la proposta di considerare la condizione dei nonni nei nuovi criteri di accesso ai servizi educativi non solo è giustificata, ma è supportata da principi di solidarietà, buon senso e coerenza con prassi già adottate in altre realtà.
La considerazione delle possibili fragilità dei nonni è vista come un segno di civiltà e rispetto verso una componente essenziale delle famiglie aretine, contribuendo così a costruire una società inclusiva e attenta alle varie sfaccettature delle dinamiche familiari.

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