Vivendo compare il pensiero della morte, della fine della vita.
Può comparire ad ogni età.
Ed è un pensiero che non ti lascia più.
Può frenare la nostra vitalità.
Può bloccare la nostra progettualità.
L’orizzonte del vivere quotidiano si abbassa a fare poche azioni, ripetitive.
La paura della malattia improvvisa limita la corporeità quotidiana.
Il letto, la poltrona, la tavola sono i luoghi della pigrizia comportamentale di chi non vive più.
Di chi non ha progetti in testa da realizzare.
Già’, ma la vita e’ un progetto.
Ed allora il sole ritorna.
Il progetto e’ partire dal nostro corpo.
Un sano narcisismo aiuta a vivere e a stare in salute.
La Natura ci ha donato il cervello.
Sta proprio nel cervello la soluzione alla paura di morire.
Il cervello e’ distribuito su tutto l’organismo oltre al cervello custodito nella teca cranica.
Il cervello tutto e’ dotato della neuro plasticità: capacità di creare sinapsi che sono collegamenti tra neuroni diversi.
Le sinapsi sono la nostra Internet biologica, che si sviluppa e si ampia con più informazioni mettiamo dentro i neuroni (cellule del cervello diffuso su tutto l’organismo).
Il cervello genera l’età emotiva che ingloba e supera l’età anagrafica.
Il cervello attivo ci ridona la vitalità.
Il cervello trasforma la sessualità in intimità, ad ogni età.
Il cervello genera la spiritualità.
Gran parte della depressione quotidiana nasce dal nostro intestino, che ha un cervello che percepisce la qualità del nostro cibo scelto ed ingerito ogni giorno.
La scelta del cibo e’ già un progetto di salute e di piacere.
Intestino e Cervello cranico sono due autostrade del vivere quotidiano in grado di darci vitalità e gioia.
Guidare la nostra mano nella scelta del cibo e nel portare il cibo dal piatto alla bocca e’ un atto vitale da compiere con lucida consapevolezza.
Mirare alla qualità del cibo vuol dire realizzare anche qualità nel vivere.
Distruggere l’intestino con carico eccessivo di cibo può generare tristezza, mancanza di vitalità, depressione, ansia e paura di vivere.
Può generare la demenza e la perdita di memoria.
La malattia di Alzheimer nasce dapprima nell’intestino e si manifesta poi nel cervello.
Così il morbo di Parkinson.
Sentirsi provvisori diventa un progetto non un limite nel vivere.
Saper vivere con l’etica della provvisorietà ci fa vivere con più intensità, attiva il cervello cranico e il cervello enterico, ci rende coscienti dell’età emotiva.
Più emozioni e meno razionalità.
Combattere la pigrizia, il morire lentamente senza emozioni, nella paura.
Può essere un progetto per il nuovo anno.