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sabato, Marzo 30, 2024
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Dare un’ anima alla sinistra o l’estrema unzione?

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Alla libreria Feltrinelli è stato presentato il libro di Vannino Chiti “Dare un’anima alla sinistra”.

Moderato da Tito Barbini era presente l’autore insieme al consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli, a Barbara Croci, segretaria regionale PD ed Eleonora Ducci sindaca di Talla.

Appena arrivato l’amico che mi saluta mi dice: come vedi hanno aperto le case di riposo.

In effetti il pubblico è formato da ex sindaci, ex militanti, ex giovani che danno un senso retrò alla serata.

Certo, sentire Barbini fa capire come la scuola politica che formava gli uomini di allora, soprattutto a sinistra, faccia la differenza con le mezzeseghe (soprattutto a destra) di oggi.

Barbini individua subito il problema chiave nella attuale mancanza di identità della sinistra avendo dissolto il rapporto con le persone in una resa intellettuale ad un confuso neo-liberismo.

Più ottimista Barbara Croci che è convinta che l’anima di sinistra abbia resistito ed i valori per cui tante persone hanno combattuto siano ancora vivi. Occorre ridare speranza – dice – attraverso la generosità la capacità organizzativa e l’apertura alle frange progressiste della società.

Duro il consigliere Ceccarelli, forse anche per le ultime polemiche sulla nomina di Barbara Croci alla segreteria territoriale del PD. In questo modo – dice – non si avverte il cambiamento necessario, con un’anima che si è persa od assopita dal momento della nascita delle correnti che hanno privilegiato prima i nomi e poi le idee. Una nuova costituente aperta può ridare nuove speranze.

Eleonora Ducci invita ad elaborare temi unificanti che possano migliorare la vita delle persone, dalla sanità al salario minimo e senza indugi al tema della pace.

Vannino Chiti allarga lo sguardo alla sinistra europea denunciando gli errori e la mancanza di identità che in Italia sono stati ancora più devastanti. Occorre ritornare a rivalutare la gestione pubblica messa in discussione da un esasperato mercato privato (vedi la sanità).

E poi invita a non sparare alla schiena della segretaria.

Affiora il problema di trovarsi preparati per le prossime elezioni amministrative e Donella Mattesini invita ad una politica che sia di concreta utilità alle persone e denuncia che ad Arezzo e provincia è stato rilevato il 22% di abbandono scolastico mentre gli anziani sono sempre più soli ed in difficoltà.

Certo, si capisce la difficoltà di ridare un’anima al partito.
Forse manca anche una strategia più in sintonia con i tempi che sappia interessare le persone, anche più aggressiva e meno “buonista”.

Perché, in fondo la politica è come il corpo umano e la destra ( questa destra) sa parlare bene all’intestino delle persone e rischia di far putrefare l’organismo.

Manca l’ossigeno ai polmoni che potrebbe venire da schieramenti laico libertari che una volta si trovavano nei repubblicani e liberali (con l’appendice dei radicali).
Ma soprattutto manca il cuore che era formato da un socialismo attento alle persone più fragili ed ai diritti di tutti.
Un cuore generoso che potrebbe ridare un’anima alla sinistra e non aspettare passivamente l’estrema unzione.

 

 

4 Commenti

  1. Restando in ambito locale direi che la destra aretina ha parlato malissimo all’intestino delle persone e governato peggio.
    La sinistra, forse perduta anch’essa nelle lucine natalizie, non ha mai fatto vera opposizione, per incapacità, per adeguamento alle conf-direttive o peggio ancora se per interesse.
    In pratica è stata assente come e più del sindaco.

  2. Stupisce che ancora non si sia deciso d’intraprendere un’operazione semantica al fine di ristabilire il corretto uso di due aggettivi nominalizzati: rosso e nero. In molteplici casi si sente da Destra chiamar quelli di Sinistra “rossi”; pur sapendo che ormai di rosso c’è rimasto poco. Però, c’è quasi vergogna da Sinistra, e mai o quasi mai si sente, chiamare quelli di Destra “neri”; pur sapendo che di nero, a Destra, ce n’è rimasto tanto.
    Se non proprio un’anima, tale operazione a quest’anemica Sinistra un po’ di colore forse lo darebbe.

  3. Destra e sinistra sono due categorizzazioni che non sono più utili per leggere quel che sta accadendo in un’ epoca come questa in cui il Sonno della Ragione torna a produrre mostri.
    “Destra” e “sinistra” fanno e dicono le stesse cose da trenta/quarant’ anni a questa parte, entrambe soggiacciono ai dettami del libero mercato, entrambe hanno preso parte alla distruzione di ogni diritto in materia di lavoro, entrambe hanno messo mano alla Costituzione snaturandola attraverso contro-riforme (come quella dell’ art. 81 che ha messo fuori legge Keynes), si dovevamo vedere anche lo sfregio delle bandiere di Pravy Sektor in piazza il 25 Aprile, l’appiattimento sulle guerre imperialiste della Nato, i tentativi di buttare tutto in caciara con la cosmesi dei diritti civili (rigorosamente individuali) mentre si mandavano in soffitta quelli collettivi per capirlo. Tutte e due, “destra” e “sinistra” fanno la stessa macelleria sociale almeno dall’ entrata del nostro Paese nel Bengodi di Maastricht, solo che gli schizzi di sangue sul grembiule rosa si vedono meno che su quello blu

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Luciano Petrai
Luciano Petrai
Di professione “curioso”, ha attraversato negli anni ’80 le speranze ecologiste collaborando attivamente con gli Amici della Terra – Italia. Ha cavalcato le delusioni politiche e sociali attraverso una buona dose di auto-ironia e di sarcasmo. Attualmente fa parte della redazione del periodico “Essere” ed esprime note e lazzi in una frequentata pagina facebook . Ed ora l’esperienza ne “L’ortica” per continuare a pungere divertendosi.

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